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Dipendenti pubblici, ecco i nuovi limiti di età per andare in pensione suddivisi per categoria: novità Manovra 2025

Pubblicato il: 14/01/2025

La Manovra 2025 porta con sé importanti novità riguardo ai limiti di età per il pensionamento e alle possibilità di trattenimento in servizio per i dipendenti pubblici.
Con l'introduzione dell'art. 1, comma 162 della Legge di Bilancio, la normativa cambia, andando a regolare meglio la permanenza in servizio oltre i limiti di età pensionabile.
Queste modifiche si applicano a tutte le amministrazioni pubbliche e mirano a garantire una maggiore flessibilità per i lavoratori, consentendo a chi lo desidera di proseguire la carriera professionale, senza pregiudicare le opportunità per i più giovani e senza gravare sui conti pubblici.
Il nuovo limite di età: 67 anni
A partire dal 2025, il limite per continuare a lavorare nel pubblico è stato allineato a quello previsto per la pensione di vecchiaia, fissato a 67 anni. Questo limite si applica alla maggior parte dei dipendenti pubblici, ma ci sono delle eccezioni per alcune categorie professionali, come i magistrati, i professori universitari e i dirigenti medici. Per loro, i limiti di età possono essere più alti, considerando la natura specifica e altamente qualificata delle loro mansioni.
Addio al collocamento automatico a riposo
Una delle novità principali è l’abolizione del collocamento a riposo automatico al compimento dei 65 anni. Fino ad ora, i dipendenti pubblici venivano automaticamente pensionati una volta raggiunta questa età. Con la nuova riforma, invece, i lavoratori hanno maggiore libertà di decidere se proseguire l'attività fino al pensionamento di vecchiaia. In questo modo, la Pubblica Amministrazione non può più forzare il pensionamento di chi ha già maturato i requisiti per la pensione anticipata, permettendo a chi lo desidera di continuare a lavorare.
Il trattenimento in servizio fino a 70 anni
Un’altra novità importante riguarda la possibilità di estendere il periodo lavorativo oltre i 67 anni, arrivando fino a 70 anni. Tuttavia, questa estensione è soggetta a delle condizioni precise: può essere concessa solo entro il limite del 10% dei casi di nuove assunzioni autorizzate. In pratica, la scelta di trattenere un lavoratore esperto dovrà bilanciarsi con la necessità di assumere giovani e rinnovare il personale. Le categorie come Forze armate, Polizia e Vigili del fuoco, che richiedono requisiti fisici particolari, restano escluse da questa possibilità.
Deroghe per il settore sanitario
Nel settore sanitario, invece, ci sono regole particolari. A causa della scarsità di personale, medici e operatori del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) possono continuare a lavorare oltre i 40 anni di servizio effettivo, fino – al massimo – a 70 anni. Questa misura, che risponde alle difficoltà del sistema sanitario, è stata pensata per valorizzare l’esperienza dei professionisti sanitari e per garantire la continuità dei servizi, soprattutto dopo la pandemia di COVID-19 che ha messo sotto pressione il settore.

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