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Imu e Tari, adesso c’è il pignoramento rapido se non paghi, dopo 60 giorni partirà il recupero crediti: novità Governo

Pubblicato il: 05/02/2025

In occasione del 13° appuntamento della Conferenza Nazionale dell'Ifel (Istituto per la Finanza e l'Economia Locale), sono state evidenziate le criticità di bilancio che stanno attraversando i Comuni d'Italia. Tali difficoltà, purtroppo, determinano inevitabilmente una riduzione dei livelli minimi di qualità dei servizi erogati dagli enti locali che questi ultimi, in quanto responsabili della fornitura di servizi pubblici, sono tenuti a garantire al cittadino.

In questo contesto, la soluzione maturata e condivisa dalle forze politiche è stata quella di puntare sulla compartecipazione dei cittadini, anziché sull'inasprimento del regime di tassazione locale. Da qui l'annuncio, da parte del Governo, di una serie di iniziative finalizzate alla creazione di un “fisco amico”, che mira a semplificare il rapporto tra cittadini e amministrazioni comunali. L'obiettivo è introdurre meccanismi incentivanti per i contribuenti e, al contempo, inasprire le procedure nei confronti di coloro che non adempiono agli obblighi fiscali. Il fine ultimo è favorire, dunque, l'adempimento spontaneo delle obbligazioni tributarie, attraverso strumenti di semplificazione e premialità.

Il decreto attuativo delle nuove misure normative sarà presentato in Consiglio dei Ministri entro la fine di febbraio. Esploriamo ora, quindi, le novità che verranno introdotte.

Nella nuova ingegneria della premialità è stata congegnata la possibilità, per i contribuenti, di beneficiare di una "definizione agevolata" qualora accettino le contestazioni relative ai tributi. I contribuenti che effettueranno il pagamento entro un termine di 20 giorni potranno usufruire di una riduzione delle sanzioni e degli interessi fino a un terzo.
Inoltre, coloro che sceglieranno di pagare l'IMU o la TARI tramite addebito diretto in conto corrente potranno avvalersi di uno sconto, inizialmente fissato fino al 5%. Questo approccio ha l'obiettivo di semplificare le procedure di pagamento, incentivando l'adempimento tempestivo e, al contempo, riducendo i costi di gestione per i Comuni. In questo modo, l'intero sistema fiscale diventa più sostenibile.
Ad implementare queste misure concorrerà l'invio di "lettere di compliance", ovvero avvisi bonari, da parte delle amministrazioni comunali.
Queste comunicazioni offrono ai contribuenti l’opportunità di correggere eventuali errori, invitandoli a regolarizzare la propria posizione fiscale: in tal modo viene creato un canale di dialogo diretto tra l'ente impositore – il Comune – e il cittadino. Tale iniziativa rappresenta un passo importante verso un sistema fiscale più collaborativo e trasparente, dove l'accento non è solo sull'obbligo, ma anche sulla collaborazione e sulla volontà di migliorare il rispetto delle normative tributarie da parte della collettività amministrata.

Cosa cambia invece per chi non paga?
L'obiettivo della riforma non è solo garantire un sistema di riscossione efficiente per gli enti locali, ma anche fornire un forte deterrente contro l'inadempimento fiscale.
Allo stato, le amministrazioni comunali devono affrontare attese che arrivano fino a 180 giorni prima di poter intraprendere azioni esecutive per il recupero di crediti non saldati. Ebbene, con la riforma annunciata, questo termine verrà drasticamente ridotto a soli 60 giorni, appalesando così una netta volontà di rendere il sistema di riscossione più reattivo. La rapidità delle procedure e l'abbattimento dei termini di attesa inviano un chiaro messaggio: i contribuenti sono incentivati a rispettare gli obblighi fiscali per evitare conseguenze patrimoniali gravi.


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