Il tema del nucleare torna al centro del dibattito in Italia con il disegno di legge delega che il Governo porterà in Consiglio dei ministri il 28 febbraio. Promosso dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il provvedimento mira a ridefinire il quadro normativo per la costruzione e gestione degli impianti atomici.
Dopo settimane di rinvii e tensioni all’interno della maggioranza, il dossier arriva sul tavolo del Governo. Fratelli d’Italia punta sulla fusione nucleare, ancora in fase sperimentale, mentre Lega e Forza Italia vogliono riaprire la discussione sulla fissione. Nella stessa riunione si discuterà anche del decreto bollette, rielaborato dopo la bocciatura della premier Giorgia Meloni, che ha richiesto misure più incisive per contrastare il caro energia.
Nucleare: governo diviso e tempi incerti
Dopo continui rinvii, il Consiglio dei ministri si prepara a esaminare il disegno di legge, ma la strada appare tutt’altro che spianata. Il Ministero dell’Ambiente preme affinché la questione venga affrontata insieme al decreto bollette, ma le difficoltà politiche hanno allungato i tempi della discussione.
La premier Meloni, infatti, ha respinto la prima bozza del provvedimento energetico, chiedendo misure più forti per sostenere le famiglie e le imprese più colpite dall’aumento dei costi. Il nucleare, nel frattempo, rimane un banco di prova per il Governo, chiamato a dimostrare la sua capacità di trasformare le intenzioni in azioni concrete.
Maggioranza spaccata sulla strategia energetica del nucleare
Il ministro Pichetto Fratin è tra i principali sostenitori del ritorno al nucleare, ma il tema divide la maggioranza. Se Lega e Forza Italia sono favorevoli a un rilancio della fissione, Fratelli d’Italia mantiene un atteggiamento più cauto, con Meloni che cita esclusivamente la fusione, una tecnologia che, almeno per ora, resta confinata ai laboratori.
Il disegno di legge è stato più volte rimandato: dal 23 gennaio, la sua approvazione è stata rinviata senza una decisione definitiva. Il tempo stringe e il Governo è chiamato a trovare una posizione unitaria prima che il nucleare resti solo un tema di dibattito senza conseguenze reali.
Le misure previste nel piano energetico
Il Ministero dell’Ambiente ha predisposto un piano d’azione da sviluppare nei prossimi due anni, con una serie di decreti legislativi destinati a ridefinire il ruolo dell’energia nucleare in Italia.
Tra le principali misure previste: la regolamentazione della produzione di energia atomica sostenibile, l’integrazione con la produzione di idrogeno, lo smantellamento definitivo delle vecchie centrali ormai dismesse, una riorganizzazione delle competenze nel settore per ridurre la burocrazia che ha ostacolato i progetti in passato.
Alla base del provvedimento c’è il lavoro di una commissione di esperti guidata dal giurista Giovanni Guzzetta, che ha delineato le linee guida per lo sviluppo delle centrali di nuova generazione.
Investimenti, incentivi e sicurezza
Il disegno di legge punta a rilanciare il nucleare in Italia, creando un quadro normativo in grado di conciliare sicurezza ed efficienza. Il piano include la realizzazione di nuovi impianti, nel rispetto delle normative internazionali.
Tra le priorità ci sono anche la gestione dei rifiuti radioattivi e il potenziamento della ricerca sulla fusione nucleare, ancora lontana da un’applicazione su larga scala.
Sul piano economico, il Governo intende procedere senza gravare sulle finanze pubbliche, sfruttando risorse già disponibili. Sono previsti incentivi per le imprese che investono in ricerca e formazione nel settore nucleare, con l’obiettivo di evitare sprechi e garantire benefici concreti per l’economia del Paese.
Nuove centrali: tra sicurezza e consenso locale
Per garantire il rispetto delle norme di sicurezza e monitorare gli impianti, sarà istituita un’autorità di vigilanza indipendente.
Parallelamente, il Governo dovrà affrontare un’altra sfida: ottenere il consenso dei territori per ospitare le nuove infrastrutture nucleari. Per questo, si prevedono incentivi economici e opportunità di sviluppo locale, con la promessa di nuovi posti di lavoro e investimenti.
La partita sul nucleare, dunque, si gioca su più fronti: politico, economico e sociale. Resta da vedere se il Governo riuscirà a trasformare le intenzioni in realtà, o se il dibattito resterà ancora a lungo sospeso tra strategie e rinvii.
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