Pubblicato il: 28/04/2025
La loro particolarità è data dal fatto che il prezzo di listino è versato direttamente dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) alla farmacia di riferimento. L'interessato dovrà semplicemente esibire la ricetta elettronica, in precedenza redatta dal medico. Attenzione, però: ciò non significa che siano propriamente a costo zero; le Regioni di solito applicano un ticket, cioè una piccola quota di partecipazione alla spesa sanitaria, che può variare da territorio a territorio e che può applicarsi anche alla singola ricetta, oltre che al prodotto acquistato. Quindi, nella pratica, anche se il farmaco è rimborsato dallo Stato, il paziente può essere tenuto a pagare:
- una quota fissa (per esempio 2-3 euro a confezione);
- una percentuale del costo del farmaco;
- una differenza di prezzo se sceglie un farmaco di marca invece del generico (equivalente).
Nella fascia C troviamo – invece – i farmaci non essenziali (ad es. antidolorifici leggeri, sedativi per la tosse, antistaminici moderni o pillola anticoncezionale): conseguentemente, il loro costo rimane di solito a integrale carico del compratore, anche con ricetta medica. La prescrizione del dottore, in questi casi, serve infatti solo a regolare la vendita (ad es. per controllare l'uso di alcuni principi attivi più delicati), ma non alleggerisce la spesa.
Tuttavia, ci sono eccezioni alla regola generale e può succedere che il SSN se ne faccia carico. Questo accade quando l'Aifa redige e pubblica una nota che descrive patologie precise e dosaggi ammessi per uno specifico farmaco. Grazie alla nota riportata dal medico sulla ricetta, tale prescrizione consentirà l'acquisto a costo agevolato (con o senza ticket regionale), ma appunto deve esserci una nota Aifa a prevederlo. Pertanto, se il cittadino non rientra in nessuna classe di esenzione e non c'è la nota Aifa, la fascia C va pagata per intero e il farmaco non sarà passato dal SSN.
Vai alla Fonte [mc4wp_form id="5878"]