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Busta paga, ecco come scoprire in pochi passi se ti stanno pagando il giusto stipendio e cosa fare in caso di problemi

Pubblicato il: 29/04/2025

A fine mese, quando arriva la busta paga, molti lavoratori tirano un sospiro di sollievo. Tuttavia, non sempre ci si domanda se la cifra indicata rifletta davvero il valore del lavoro svolto. Come capire, dunque, se la retribuzione è davvero quella giusta?
Verificare l’esattezza dello stipendio non significa limitarsi a controllare l’importo versato in banca, bensì richiede un'analisi approfondita del contratto, dei minimi salariali previsti dai CCNL e delle voci dettagliate nella busta paga o nelle fatture.

Documenti da analizzare per accertare la correttezza dello stipendio
Il primo passo è analizzare il contratto individuale di lavoro, che deve indicare qualifica, livello di inquadramento in base al CCNL applicabile e retribuzione lorda concordata. Bisogna verificare anche se sono previste clausole su bonus, premi, superminimi o indennità.
Successivamente, va analizzata ogni mese la busta paga nei suoi elementi principali, ossia:

  • retribuzione lorda, mediante il confronto del minimo contrattuale e la verifica di eventuali aumenti per anzianità o superminimi;
  • voci variabili, mediante il controllo della correttezza di straordinari, indennità, lavoro festivo o notturno;
  • tredicesima e quattordicesima: verifica della corretta erogazione, se previste;
  • trattenute fiscali e previdenziali: bisogna verificare che IRPEF e contributi INPS siano calcolati sull’imponibile corretto;
  • netto in busta: che deve corrispondere esattamente a quanto accreditato.
Una comparazione tra contratto e buste paga permetterà di individuare rapidamente eventuali errori o anomalie.

Come sapere qual è lo stipendio minimo previsto dal CCNL
Per verificare il minimo retributivo applicabile, bisogna:

  • individuare il CCNL utilizzato dall’azienda (presente nel contratto o reperibile tramite l’ufficio HR);
  • consultare il testo aggiornato del CCNL (disponibile online o sui siti ufficiali di sindacati e Ministero del Lavoro):
  • leggere le tabelle retributive, all’interno delle quali si trovano gli stipendi minimi lordi per ciascun livello;
  • confrontare il proprio stipendio lordo in busta paga con quello minimo previsto, considerando anche eventuali scatti di anzianità.
È importante tenere a mente che la retribuzione base non può essere inferiore ai minimi contrattuali previsti.

Firmare la busta paga equivale ad accettare tutto?
Assolutamente no. La firma sulla busta paga attesta solamente la ricezione del documento o della somma indicata, ma non preclude il diritto di contestare eventuali errori, omissioni o sottopagamenti. La giurisprudenza ha chiarito più volte che la firma della busta paga non libera il datore di lavoro dagli obblighi retributivi effettivi.
Inoltre, il datore di lavoro ha sempre l’onere di dimostrare l’effettivo pagamento tramite mezzi tracciabili (come bonifici bancari).

Lavoro per agenzia interinale: lo stipendio deve essere uguale a quello degli altri
Chi è assunto tramite agenzia di somministrazione ha il diritto di beneficiare delle stesse condizioni economiche e normative dei dipendenti diretti della stessa azienda, come stabilito dalla legge e confermato anche da una sentenza del Tribunale di Bari, la n. 1269/2020.
Questo include:

  • stesso stipendio lordo base;
  • stesse indennità e straordinari;
  • parità di trattamento su ferie, permessi, tredicesima e quattordicesima.
Il CCNL applicato dall’azienda utilizzatrice si estende ai lavoratori somministrati per tutte le condizioni retributive rilevanti.

Cosa fare in caso di stipendio errato
Dopo aver incrociato contratto, CCNL e busta paga, se emergono discrepanze o anomalie, è necessario:

  • rivolgersi a un consulente del lavoro, che potrà analizzare le buste paga e segnalare eventuali differenze da recuperare;
  • contattare un avvocato giuslavorista, il quale potrà fornire un parere sulla possibilità di richiedere il pagamento delle somme non percepite e intraprendere eventuali azioni legali;
  • affidarsi a un sindacato: molte organizzazioni sindacali offrono assistenza gratuita o agevolata nella gestione delle vertenze retributive.
Se si riscontra effettivamente un pagamento errato, la prima cosa da fare è inviare una diffida formale al datore di lavoro tramite raccomandata A/R o PEC, richiedendo il pagamento delle differenze retributive spettanti. In caso di mancata risposta, è possibile:
  • segnalare l’irregolarità all’Ispettorato del Lavoro per tentare una conciliazione o far scattare sanzioni;
  • chiedere una conciliazione assistita dinanzi alle commissioni sindacali;
  • avviare un procedimento legale presso il Tribunale del Lavoro per ottenere quanto spetta tramite sentenza o decreto ingiuntivo.

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