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Multe contro il “pezzotto”, identificati oltre 2.000 utenti, multe fino a 5.000 euro: ecco adesso chi è a rischio

Pubblicato il: 18/05/2025

L’Italia compie un passo importante contro la pirateria digitale. Dopo anni di discussioni e promesse, arrivano le prime multe per chi ha usufruito di servizi illegali di streaming, meglio noto come “pezzotto”. A dover pagare, infatti, non saranno solo i gestori delle piattaforme clandestine, ma anche i singoli utenti.
Parliamo di una rete illegale estesa in tutto il mondo, che ha permesso per anni l’accesso a contenuti a pagamento senza alcun abbonamento, danneggiando l’intero ecosistema sportivo e audiovisivo, a partire dai club calcistici fino alle emittenti con licenza.

L’operazione: oltre 2.200 utenti individuati in tutta Italia
A Roma, Agcom, Guardia di Finanza, Lega Serie A e diverse Procure hanno illustrato i risultati di una vasta operazione congiunta. Gli inquirenti hanno identificato 2.266 utenti, residenti in 80 province italiane, grazie al tracciamento degli indirizzi IP e ai dati legati ai pagamenti effettuati online.
Si tratta della prima volta in cui viene colpito in modo sistematico chi ha fruito dei contenuti pirata e non solo chi li ha offerti. Le sanzioni, pari a 154 euro per ciascun utente, rappresentano una sorta di “avvertimento”, ma potrebbero salire fino a 5.000 euro in caso di recidiva.

Non solo presente: si guarda anche al passato
L’attività investigativa non si limita ai casi più recenti. Anche chi ha smesso da tempo di utilizzare questi servizi potrebbe essere raggiunto da una sanzione. Le autorità hanno infatti raccolto dati a ritroso, utilizzando come prova anche le tracce dei pagamenti digitali effettuati in passato.
Abbiamo svolto un’analisi dettagliata di regione, età, lavoro e ormai non si scappa più. Adesso possiamo bloccare lo streaming in due minuti in maniera automatica”, ha dichiarato il generale di brigata Gaetano Cutarelli.

Pirateria e abbonamenti: una questione di costi (e scelte)
Dietro l’esplosione del fenomeno del “pezzotto” c’è anche un tema economico. L’aumento costante dei prezzi degli abbonamenti e la frammentazione dei diritti televisivi – ad esempio nel calcio, dove bisogna sottoscrivere ben tre abbonamenti (DAZN, Sky e Prime) per seguire l’intera stagione – ha reso il costo complessivo insostenibile per molti utenti.

Prezzi più bassi se tutti pagano? La visione della Lega Serie A
Luigi De Siervo, AD della Lega Serie A, ribadisce che la soluzione non sta nel modificare l’offerta, ma nel far rispettare la legalità. Secondo l’A.D., se tutti gli utenti pagassero, i prezzi scenderebbero.
Una visione che, però, non convince tutti. Molti utenti, infatti, lamentano che le piattaforme non offrano un servizio adeguato al prezzo – alto – richiesto. E, intanto, chi ha usato il “pezzotto” dovrà fare i conti con le prime multe.


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