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Basta malattie professionali, cambiano regole e limiti per tutelare i lavoratori, troppe malattie e infortuni: novità UE

Pubblicato il: 11/08/2025

La Commissione europea è pronta ad avviare un piano ambizioso volto a contrastare le malattie professionali e gli incidenti sul posto di lavoro, con l’obiettivo di salvare vite e ridurre i costi sociali e sanitari. Al centro della strategia vi è un intervento in relazione ai limiti di esposizione a sostanze nocive, presenti in ambienti produttivi ad alto rischio. Le aziende avranno fino a sei anni per adeguarsi ma, ad oggi, la tutela della salute dei lavoratori è una priorità non più passibile di rinvio.
Si parla di un intervento sul lungo periodo, che mira a prevenire circa 1.700 casi di tumore ai polmoni e oltre 19.000 patologie gravi nei prossimi quarant’anni. L’iniziativa, però, non ha carattere esclusivamente sanitario: secondo i dati di Eurostat, il rafforzamento delle tutele nei luoghi di lavoro potrebbe far risparmiare all’Unione Europea oltre 1,1 miliardi di euro in spese mediche e costi indiretti.

Cobalto, idrocarburi e metalli duri: i nuovi limiti di esposizione
Il nuovo regolamento europeo chiede a imprese e industrie di adeguarsi a valori molto più stringenti. Tra i materiali sotto osservazione ci sono il cobalto e altri composti inorganici utilizzati, ad esempio, nella produzione di batterie per veicoli elettrici, magneti e metalli duri. Le nuove soglie sono severe: si parla di 0,01 mg/m³ per le particelle respirabili e di appena 0,0025 mg/m³ per quelle più fini che penetrano maggiormente nei polmoni. Ancora più rigidi i limiti per gli idrocarburi policiclici aromatici, impiegati nei settori siderurgici e metallurgici (acciaio, ferro, alluminio): qui la soglia scende a 0,00007 mg/m³.

Malattie professionali in crescita: i dati Inail confermano l’urgenza
A sostegno dell’urgenza dell’intervento europeo vi è la situazione del nostro Paese. Infatti, sebbene – secondo i dati diffusi dall’Inail – nei primi cinque mesi del 2025 si sia registrata una diminuzione delle denunce di infortunio (-2,5%) e degli incidenti mortali (-3,2%), preoccupa il forte aumento dei decessi: +30,5% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Ancora più allarmante è la crescita delle malattie professionali, salite del +9% su base annua con 42.383 denunce e in costante aumento rispetto al 2019 (+54,8%).
A essere maggiormente colpiti sono gli uomini (+9,6%), ma anche le donne registrano un incremento significativo (+7,5%). Il fenomeno coinvolge sia i lavoratori italiani (+8,4%) che quelli stranieri, per i quali l’aumento tocca addirittura il +16,1%.

Settori e territori più colpiti: industria, agricoltura e Sud Italia
I comparti dove si concentra il maggior numero di casi sono industria e servizi, passati da 32.084 a 34.840 denunce (+8,6%) e agricoltura, che registra una crescita dell’11,6%, con 7.225 casi totali.
Le malattie più frequentemente riscontrate coinvolgono l’apparato muscolo-scheletrico, il sistema nervoso, l’udito, l’apparato respiratorio e le forme tumorali.
A livello territoriale, le segnalazioni risultano particolarmente elevate nelle regioni del Sud, con un aumento del +21,1%. Seguono il Nord-Ovest (+17,3%), il Centro (+5,7%) e il Nord-Est (+3,2%). In controtendenza le Isole, dove si registra un calo dell’8,1%.


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