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Bonus Asilo Nido 2026, platea dei beneficiari allargata, una sola domanda valida per tutti gli anni: nuova circolare INPS

Pubblicato il: 12/09/2025

Con la circolare n. 123 del 5 settembre 2025, l'INPS ha dato il via libera a modifiche sostanziali che cambieranno il volto del contributo per gli asili nido. Le novità nascono dal decreto-legge n. 95 del 30 giugno 2025, successivamente convertito in legge, e rappresentano una svolta significativa per migliaia di famiglie italiane. L'obiettivo dichiarato è quello di semplificare le procedure burocratiche e di estendere il sostegno a una gamma più ampia di servizi educativi, andando oltre la tradizionale distinzione tra asili nido pubblici e privati.
Questa trasformazione risponde alle esigenze di un panorama educativo in continua evoluzione, dove le famiglie cercano soluzioni sempre più flessibili e diversificate per la cura dei propri bambini. Il cambiamento più evidente riguarda l'interpretazione autentica dell'ambito di applicazione del bonus, che ora abbraccia tutti i servizi educativi disciplinati dal decreto legislativo n. 65 del 13 aprile 2017.
Platea ampliata: chi può accedere al bonus e chi no
L’INPS estende in modo significativo le strutture che possono beneficiare del contributo. Non più solo gli asili nido tradizionali, ma un ventaglio molto più ampio di servizi educativi per l'infanzia. Entrano nel perimetro del beneficio i nidi e micronidi che accolgono bambini dai 3 ai 36 mesi, le sezioni primavera dedicate alla fascia 24-36 mesi, e alcuni servizi integrativi specifici. Tra questi ultimi, particolare attenzione meritano gli spazi gioco, pensati per bambini dai 12 ai 36 mesi con orari contenuti fino a 5 ore giornaliere senza servizio mensa, e i servizi educativi in contesto domiciliare, una soluzione innovativa per bambini dai 3 ai 36 mesi in gruppi ridotti.
Tuttavia, rimangono categoricamente esclusi i centri per bambini e famiglie, dove è prevista la presenza di un adulto accompagnatore, e tutti i servizi di natura ricreativa come pre-scuola e post-scuola. L'INPS verificherà l'idoneità delle strutture attraverso gli elenchi ufficiali pubblicati da Regioni ed Enti locali, garantendo così standard qualitativi elevati.
Dal 2026 basta con le domande da fare ogni anno
La vera rivoluzione amministrativa scatterà dal 1° gennaio 2026 con l'introduzione del meccanismo di ultrattività delle domande. Una volta che la richiesta viene accolta, i suoi effetti si estenderanno automaticamente agli anni successivi fino al mese di agosto dell'anno in cui il bambino compie 3 anni. Questo significa che le famiglie non dovranno più affrontare il calvario burocratico di ripresentare ogni anno la documentazione completa. Il nuovo sistema prevede che, negli anni successivi al primo, sia sufficiente accedere al servizio telematico INPS per prenotare le risorse del nuovo anno. Per il contributo asilo nido sarà necessario specificare le mensilità richieste, fino a un massimo di 11, e allegare la documentazione di pagamento di almeno una retta.
Le famiglie che utilizzano asili pubblici con sistemi di pagamento posticipato avranno vita ancora più semplice: basterà fornire l'attestazione di iscrizione o l'inserimento in graduatoria. Per chi beneficia del supporto domiciliare, invece, rimane l'obbligo di presentare annualmente l'attestazione pediatrica che certifichi l'impossibilità di frequenza per grave patologia cronica.
Cosa cambia subito e cosa aspettarsi
L'INPS ha già dato disposizioni precise alle proprie strutture territoriali per gestire la fase di transizione. Le istruttorie in corso per il 2025 dovranno essere definite secondo le nuove regole, mentre le domande precedentemente respinte in base alle vecchie disposizioni saranno sottoposte a riesame in autotutela. Questo significa che molte famiglie che avevano visto bocciata la propria richiesta potrebbero avere una seconda chance.
Il cambiamento rappresenta un passo importante verso la semplificazione burocratica e il riconoscimento della diversificazione dei servizi educativi per l'infanzia. Tuttavia, le famiglie dovranno prestare attenzione ai nuovi criteri di ammissibilità, verificando che la struttura frequentata dai propri figli rientri effettivamente tra quelle riconosciute. L'esclusione di alcuni servizi, seppur comprensibile dal punto di vista normativo, potrebbe creare delusione in chi sperava in un'apertura ancora più ampia del beneficio.


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