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Scuola, gli anni da docente svolti nelle scuole private non sono riconosciuti nelle statali: novità Corte di Giustizia UE

Pubblicato il: 16/09/2025

È arrivata la tanto attesa quanto temuta sentenza della Corte di Giustizia Europea, che pone fine alle speranze di migliaia di insegnanti italiani. Con la pronuncia del 4 settembre 2025 (causa C-543/23, Gnattai), la Corte d'oltralpe ha, infatti, respinto i ricorsi presentati da numerosi docenti che chiedevano il riconoscimento del servizio prestato nelle scuole paritarie ai fini della carriera, della retribuzione, delle immissioni in ruolo e dell’attribuzione dei punteggi.

Secondo i giudici di Lussemburgo, solo il servizio svolto nella scuola statale può essere considerato valido per la ricostruzione di carriera e per gli scatti stipendiali.

La Corte, in particolare, ha chiarito che, pur svolgendo un servizio pubblico, le scuole paritarie non sono equiparabili a quelle statali in termini di:

  • organizzazione interna,
  • status giuridico del personale,
  • modalità di finanziamento.

Secondo i giudici europei, la distinzione tra servizio statale e non statale non viola né il principio di non discriminazione, né alcuna direttiva europea. Gli Stati membri, infatti, hanno libertà di stabilire i criteri di reclutamento del personale scolastico, compresa la valorizzazione dell’esperienza maturata solo nella scuola pubblica.

A conclusioni analoghe, si ricorda, già era pervenuta la Corte Costituzionale, sentenza n. 280 del 2021: “il legislatore ha voluto garantire agli alunni delle scuole paritarie i medesimi standard qualitativi di quelle statali, sia in relazione all’offerta didattica, sia al valore dei titoli di studio che possono essere conseguiti. Ciò non ha peraltro comportato una completa equiparazione del rapporto di lavoro che intercorre fra il docente e la scuola paritaria a quello instaurato con i docenti della scuola statale in regime di pubblico impiego privatizzato. Infatti, la mancanza di meccanismi di selezione assimilabili alle procedure concorsuali non consente di tenere conto dei principi generali che, ai sensi dell’art. 97 Cost., devono informare l’attività dell’amministrazione pubblica”.

Per gli insegnanti che hanno lavorato per anni nelle scuole paritarie, la pronuncia della Corte di Giustizia europea ha un impatto diretto e negativo, in quanto non sarà più possibile far valere quel servizio ai fini:

  • del punteggio in graduatoria,
  • della progressione economica,
  • della ricostruzione di carriera,
  • delle immissioni in ruolo.

Si tratta di un colpo durissimo per migliaia di docenti (circa 300.000 secondo le stime).
Il sindacato Anief ha fatto sapere che "continuerà a sostenere gli insegnanti interessati conducendo azioni di pressione politica, campagne di sensibilizzazione e nuove iniziative legislative, affinché il Parlamento italiano ponga rimedio a una disparità che non ha più giustificazione".


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