Pubblicato il: 28/10/2025
L’articolo 129 della bozza della legge di Bilancio contiene una novità che riguarda il potere di verifica attribuito ai datori di lavoro delle pubbliche amministrazioni. A partire dal prossimo anno, questi potranno infatti richiedere all'INPS di accertare se la persona che beneficia dei tre giorni mensili di permesso retribuito previsti dall'art. 33 della legge 104 possiede ancora i requisiti sanitari che hanno giustificato l'autorizzazione iniziale. In pratica, non basterà più ottenere il riconoscimento della disabilità una volta per tutte: la permanenza delle condizioni di gravità che danno diritto all'assistenza potrà essere messa in discussione in qualsiasi momento su impulso del datore di lavoro.
Per rendere questo meccanismo ancora più incisivo, la bozza già approvata dalla Ragioneria dello Stato e ora all'esame del Parlamento prevede il coinvolgimento di medici della sanità militare e di altre strutture sanitarie pubbliche che collaboreranno con l'INPS attraverso apposite convenzioni. Le modalità operative precise verranno definite da un decreto del Ministero del Lavoro che sarà emanato non appena la legge entrerà in vigore, ma una cosa è certa: il sistema di controllo si farà molto più capillare e penetrante rispetto a quello attuale.
Tracciabilità totale: le P.A. dovranno dire tutto all'INPS
La stretta sui controlli non si limita alle verifiche mediche, ma introduce anche un obbligo di trasparenza totale per le pubbliche amministrazioni. Ogni mese, infatti, questi enti dovranno trasmettere telematicamente all'INPS informazioni dettagliatissime su tutti i permessi concessi ai dipendenti, compresi i congedi straordinari disciplinati dall'art. 42 comma 5 del Decreto Legislativo 151/2001 e i congedi parentali previsti dagli articoli 32 e 33 dello stesso provvedimento normativo. Ma l'aspetto più innovativo e controllante della nuova disciplina sta nell'obbligo di indicare sempre il nominativo del "dante causa", vale a dire la persona disabile o il bambino per cui il lavoratore sta fruendo del beneficio.
Questa tracciabilità permetterà all'Istituto di previdenza di incrociare i dati e verificare immediatamente se due o più familiari stanno utilizzando contemporaneamente lo stesso tipo di agevolazione per assistere la medesima persona, una pratica che rappresenta un abuso e che fino ad oggi è stata difficile da individuare. Il sistema diventerà così una sorta di grande registro nazionale che consentirà di monitorare in tempo reale chi usufruisce di questi diritti, per quale motivo e per assistere chi, garantendo che i limiti complessivi di utilizzo e di spesa vengano rispettati in modo rigoroso.
Quando i permessi diventano una truffa
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha spiegato senza mezzi termini che l'obiettivo della misura è combattere gli abusi e garantire che le agevolazioni arrivino esclusivamente a chi ne ha realmente diritto. Dietro questa stretta si nasconde infatti un fenomeno preoccupante che negli ultimi anni ha destato l'allarme sia della Corte dei Conti che dell'INPS: l'utilizzo fraudolento dei permessi e dei congedi. I casi più eclatanti riguardano lavoratori che continuano a usufruire dei permessi per assistere persone decedute da tempo, oppure dipendenti di datori di lavoro diversi che ottengono contemporaneamente periodi di congedo per la stessa persona, moltiplicando indebitamente i benefici economici.
Questi comportamenti non solo violano lo spirito della Legge 104, che è stata concepita per tutelare chi si trova in condizioni di grave difficoltà, ma rappresentano anche un danno economico rilevante per l'INPS, che deve sostenere il costo della retribuzione per tutti i lavoratori assenti. L'Istituto di previdenza, infatti, paga letteralmente di tasca propria quando un dipendente pubblico o privato si assenta con questi permessi, e ogni abuso si traduce in una spesa impropria che sottrae risorse a chi ha davvero bisogno di sostegno.
Un sistema più giusto o solo più burocratico?
La manovra finanziaria per il 2026 si inserisce in un rafforzamento complessivo dei controlli sulle assenze dal lavoro, con l'intento dichiarato di rendere il sistema più trasparente ed efficace. L'idea del Governo è quella di costruire un meccanismo che distingua nettamente chi ha reale necessità di assistere un familiare disabile o di prendersi cura di un figlio piccolo da chi invece approfitta di queste tutele per ottenere giorni di riposo non giustificati.
Sul piano teorico, l'obiettivo appare condivisibile: garantire che i benefici vadano esclusivamente a chi ne ha diritto significa proteggere le persone più fragili e dare senso a uno strumento di welfare fondamentale. Tuttavia, l'introduzione di controlli così pervasivi solleva anche interrogativi sulla sostenibilità burocratica del sistema e sul rischio che le verifiche continue possano trasformarsi in un ostacolo per chi usufruisce legittimamente di questi diritti.
Una volta approvata la legge di Bilancio ed emanato il decreto attuativo del Ministero del Lavoro, si capirà se questo nuovo corso riuscirà davvero a colpire solo gli abusi o se finirà per complicare la vita anche a chi ha bisogno di assistenza vera e non ha nulla da nascondere. Quello che è certo è che dal 2026 nessuno potrà più contare sulla possibilità di passare inosservato: ogni permesso, ogni congedo, ogni assenza lasceranno una traccia digitale che l'INPS potrà seguire e verificare in qualsiasi momento.
Vai alla Fonte [mc4wp_form id="5878"]