Pubblicato il: 13/11/2025
La competenza territoriale segue infatti regole precise che, se non rispettate, possono portare all’annullamento dell’atto.
Comprendere chi può notificare la cartella significa, quindi, disporre di un vero strumento di tutela dei propri diritti. Nei paragrafi successivi si analizzeranno i criteri che determinano la competenza, le ragioni della loro esistenza, gli effetti di un eventuale errore e i casi in cui il debito riguarda una società.
Perché la cartella esattoriale deve essere inviata da un ufficio specifico
L’Agenzia delle Entrate-Riscossione è organizzata in sedi territoriali e non può agire liberamente da qualunque ufficio. Questo non dipende da una scelta interna dell’ente, ma da un principio che la giurisprudenza della Cassazione ha più volte ribadito, tra le altre con la sentenza n. 23889/2024. La regola non è un elemento formale o burocratico: serve a garantire la prossimità amministrativa e la tutela del diritto di difesa del contribuente.
Se la persona dovesse rivolgersi a un ufficio lontano per chiedere chiarimenti, depositare documenti, ottenere rateizzazioni o presentare ricorsi, si troverebbe davanti a un ostacolo ingiustificato. Le sedi territoriali hanno, quindi, la funzione di rendere più semplice il rapporto tra cittadino e amministrazione. Il principio è stato riconosciuto anche dai giudici tributari (C.G.T. I grado Taranto, sent. n. 834/2024), secondo cui l’organizzazione territoriale serve a garantire un rapporto diretto, accessibile e non gravoso.
Qual è l’ufficio competente a notificare la cartella esattoriale
La norma si trova nel D.P.R. n. 602/1973 (Disposizioni sulla riscossione delle imposte sul reddito), articoli 12 e 24. La cartella esattoriale deve essere notificata dall’agente della riscossione territorialmente competente rispetto al domicilio fiscale del contribuente. Questo significa che, se il contribuente ha domicilio fiscale a Cuneo, la cartella deve provenire dalla sede dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione di Cuneo. La Corte di Cassazione ha confermato più volte il principio, ad esempio nella sentenza n. 1668/2025.
Non conta dove il debito è sorto, dove è stato svolto l’accertamento o dove è situato l’ente creditore: ciò che rileva è solo il domicilio fiscale del destinatario, cioè il luogo al quale sono riferiti i suoi rapporti fiscali.
Si immagini una docente residente a Perugia, che svolge per alcuni mesi attività di formazione presso un istituto privato con sede a Bologna. A seguito di verifiche, l’Agenzia delle Entrate di Bologna accerta una irregolarità relativa ai compensi percepiti e determina l’importo dovuto. L’accertamento può essere effettuato a Bologna, poiché l’attività è avvenuta lì.
Tuttavia, quando si passa alla fase della riscossione coattiva, l’atto deve essere notificato dall’agente della riscossione competente per Perugia. La cartella non può provenire dall’ufficio di Bologna, poiché la riscossione segue la persona, non il luogo di origine del debito. Il domicilio fiscale resta il riferimento stabile dell’intero procedimento esecutivo.
Cosa succede se la cartella esattoriale arriva dall’ufficio sbagliato
Una cartella esattoriale inviata da un agente della riscossione territorialmente incompetente è illegittima. Non si tratta di un vizio che può essere sanato successivamente. Il contribuente può impugnare l’atto davanti alla Corte di Giustizia Tributaria competente per il proprio territorio. Una volta accertato il difetto di competenza, il giudice deve annullare la cartella senza neppure affrontare il merito della pretesa tributaria. Si parla di vizio assorbente.
Un caso significativo è quello deciso dalla Corte di Giustizia Tributaria del Piemonte (sent. n. 657 del 10.09.2025), che ha annullato una cartella esclusivamente per incompetenza territoriale della sede notificante.
Cosa cambia se il debito riguarda una società
Quando il debito trae origine da attività societaria, si potrebbe pensare che la competenza territoriale segua la sede legale dell’impresa. Tuttavia, se la cartella è intestata a una persona fisica, anche se socio, amministratore o ex socio, la competenza resta legata al suo domicilio fiscale. La sede della società non rileva. La riscossione “insegue” il destinatario come individuo e non l’impresa da cui dipende l’obbligazione.
Perché controllare l’ufficio mittente è fondamentale
Quando si riceve una cartella esattoriale, oltre a verificare importo, causale e anno di riferimento, è necessario controllare da quale sede dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione proviene l’atto. Un semplice errore di territorialità può essere importante per ottenere l’annullamento dell’intera procedura, rappresentando uno strumento di difesa concreto, semplice e spesso efficace.
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