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Pedaggi autostradali, in arrivo il rimborso in caso di lavori e cantieri: ecco la nuova procedura e cosa cambia dal 2026

Pubblicato il: 16/11/2025

Ad oggi, sulla rete di Autostrade per l’Italia (ASPI) è attivo un servizio di “cashback” pedaggio per ritardi dovuti ai cantieri: se l’utente accumula un ritardo a causa di lavori che riducono le corsie disponibili (non per incidenti, traffico intenso, eventi meteorologici o manifestazioni), può avere diritto a un rimborso dal 25% al 100% del pedaggio, secondo la lunghezza della tratta e l’entità del ritardo. Per poter accedere al rimborso, è richiesta la registrazione della targa o del dispositivo di telepedaggio, oppure l’utilizzo dell’app dedicata (Free to X) e l’invio della ricevuta di pagamento, nel caso di pagamento in contanti o con carta.

Ma quali sono le novità in arrivo?
A livello regolatorio, è prevista un’evoluzione più ampia: l'Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) ha annunciato che, dal mese di aprile 2026, potrebbe entrare in vigore un meccanismo sistematico di rimborso/parziale riduzione del pedaggio per gli utenti che subiscono disagi a causa di cantieri o limitazioni alla rete autostradale.
Secondo le prime indicazioni:

  • per tratte fino a circa 30 km il rimborso scatterebbe anche per ritardi, indipendentemente da uno specifico parametro minimo;
  • per tratte tra 30 e 50 km servirebbero almeno 10 minuti di ritardo;
  • oltre i 50 km almeno 15 minuti di ritardo;
  • per blocchi della circolazione più gravi (es. oltre 2-4 ore) potrebbe essere riconosciuto il rimborso del 100%.
In aggiunta, il piano prevede che le tariffe dei pedaggi autostradali possano essere riviste, con una riduzione programmata a partire dal 2026/2027

Perché è importante l’introduzione del rimborso?
Il motivo è duplice: da un lato è riconosciuto che l’utente che paga un pedaggio ha diritto ad un servizio corrispondente; se la presenza di cantieri o la riduzione delle corsie comporta un allungamento significativo dei tempi di percorrenza, si tratta, invero, di un disservizio. Dall’altro, questo meccanismo spinge i gestori delle infrastrutture ad una maggiore responsabilizzazione: se la qualità del servizio diventa vincolata alla tariffa, diventa anche richiesto un maggior livello di trasparenza e manutenzione.

Quindi, se ti trovi a transitare in autostrada, sei rallentato da un cantiere che ha ridotto le corsie e vuoi valutare il diritto al rimborso, ecco i passaggi principali da seguire:

  • verifica se la tratta è affidata a un gestore che aderisce al meccanismo (es. ASPI);
  • conserva la ricevuta del pedaggio o assicurati che il pagamento con telepedaggio sia associato alla tua targa/dispositivo;
  • se stai utilizzando il servizio cashback, registra la targa o il dispositivo e, se richiesto, scarica l’app dedicata;
  • invia la richiesta seguendo le modalità previste (es. tramite app o portale), indicando il ritardo, la data, la tratta interessata;
  • attendi conferma e rimborso: il rimborso può coprire una parte o tutto il pedaggio, in base ai parametri (ritardo, lunghezza tratta).

Fra le criticità da considerare e segnalate dall'associazione dei consumatori Codacons, emerge che i nuovi criteri proposti dall’ART potrebbero essere troppo limitativi, ad esempio richiedendo blocchi molto lunghi (2-4 ore) prima di riconoscere il rimborso totale. Esiste, inoltre, il rischio che l’onere del rimborso possa essere in parte trasferito agli utenti tramite aumento del pedaggio nei primi anni di applicazione, come previsto nella bozza: i gestori potrebbero recuperare gli importi pagati ai clienti nei primi 5 anni mediante aumenti tariffari.

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