Pubblicato il: 19/11/2025
Se si supera la soglia consentita, saranno sanzionati entrambi i soggetti che hanno effettuato il trasferimento. Quindi, colui che paga in contanti e colui che riceve la somma. Le sanzioni vanno da 1.000 euro a un massimo di 50.000 euro, a seconda della gravità dell’infrazione: non proprio noccioline, insomma.
Il limite ai pagamenti in contanti – per somme pari o superiori a 5.000 euro – riguarda tutti i trasferimenti di denaro ad altri soggetti, inclusi i prestiti o le donazioni.
Adesso, l’emendamento introdotto in sede di manovra finanziaria e firmato dal senatore Gelmetti stabilisce che, dal 1° gennaio 2026, verrà applicata un’imposta di bollo di 500 euro su ogni pagamento in contanti compreso tra 5.001 e 10.000 euro.
La proposta, quindi, mantiene la possibilità di usare il contante oltre tale soglia, ma solo pagando l’imposta.
L’obbligo riguarda chiunque effettui transazioni in questa fascia di importo, sia residenti che non residenti, e per tali operazioni sarà necessaria la fattura. Il bollo dovrà essere versato dall’acquirente, tramite un contrassegno apposto sulla copia cartacea della fattura da consegnare al venditore, così da consentire eventuali verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Ma nel pacchetto di emendamenti di Fratelli d’Italia compare anche un'altra novità: una norma mirata a regolamentare l’ultra fast fashion, colpendo in particolare i grandi player extra-UE come Shein e Temu.
La proposta – presentata da Paola Ambrogio e Matteo Gelmetti – mira a imporre alle aziende estere, che esportano in Italia abbigliamento a ciclo produttivo rapidissimo, l’obbligo di dimostrare il rispetto delle norme europee su sicurezza dei prodotti, tutela ambientale e diritti dei lavoratori. Le certificazioni dovranno essere riconosciute a livello internazionale e i criteri di controllo saranno stabiliti da un decreto del Ministero della Giustizia, insieme ai dicasteri di Ambiente ed Energia e del Made in Italy, da emanare entro 90 giorni dall’entrata in vigore della prossima legge di bilancio.
L’associazione dei consumatori Codacons boccia l’iniziativa, definendola in contrasto con le regole sulla concorrenza. Secondo l’associazione, la misura rischia di penalizzare i consumatori, limitando l’accesso a beni a prezzi più competitivi offerti dalle piattaforme digitali straniere. Pur condividendo l’esigenza di controlli più rigorosi sulla sicurezza dei prodotti importati, il Codacons giudica l’emendamento sbilanciato e mirato a colpire solo determinati operatori, impedendo di fatto ai cittadini di risparmiare.
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