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Lavoratori, in arrivo una busta paga più ricca: detassazione straordinari e festivi, e flat tax al 5% sugli aumenti

Pubblicato il: 20/11/2025

In tempi di carovita, forte incertezza economica e marcata variabilità dell'inflazione, con il testo della manovra 2026 – ora sottoposto a esame e modifiche da parte del Parlamento, in vista dell'approvazione definitiva entro fine anno – arrivano significative novità, mirate a supportare il potere d'acquisto delle famiglie e favorire gli accordi tra parti sociali. Le istituzioni ambiscono a sostenere efficacemente la crescita economica e gli investimenti sulle risorse umane da parte delle aziende, promuovendo l'equità sociale, incentivando la competitività e allineando salari e produttività.

Per quanto qui specificamente interessa, nel settore privato spicca l'introduzione di una flat tax al 5% sugli aumenti salariali (derivanti dagli attesi rinnovi dei contratti collettivi siglati nel 2025 e 2026), ma anche la detassazione degli straordinari, lavoro festivo e notturno. D'altronde la valorizzazione del lavoro passa anche da una revisione intelligente del sistema fiscale.

In particolare, la tassazione al 5% – nell'alleggerire la pressione fiscale sui lavoratori dipendenti – intende stimolare negoziazione e aggiornamento dei contratti nazionali, a tutto beneficio di settori che occupano svariati milioni di lavoratori. L'intervento che riguarda la detassazione sui rinnovi contrattuali assume un peso specifico particolare, perché da anni si attende un aggiornamento sistematico dei contratti collettivi, alcuni dei quali risultano scaduti da molto tempo.

In effetti, ridurre l'imposizione fiscale sugli aumenti retributivi – proprio in una delicata congiuntura economica come quella odierna – può rappresentare un tassello decisivo per rendere i contratti nazionali più dinamici e aderenti alla realtà economica. Tuttavia, l'agevolazione in oggetto è subordinata a una condizione, in quanto si applicherà esclusivamente a chi ha un reddito lordo annuo sotto i 28mila euro.

Sul piano delle risorse messe in campo per l'incentivo fiscale in oggetto, lo stanziamento complessivo previsto è di circa due 2 miliardi di euro nel 2026, con una riduzione progressiva negli anni successivi: 717 milioni nel 2027 e 245 milioni nel 2028. Al momento è però difficile stimare l'impatto effettivo della misura, dal momento che molti dei principali Ccnl – si pensi ad esempio a quello dei metalmeccanici o delle telecomunicazioni – non sono ancora stati rinnovati.

La distinta e summenzionata detassazione di straordinari, festivi e lavoro notturno sarà totale per tutto il prossimo anno. Questo è quanto ha delineato l'Esecutivo, che intende – anche per questa via – sostenere il potere d'acquisto delle famiglie. In particolare, il beneficio in oggetto riguarderà tutti i lavoratori subordinati con un reddito fino a 40mila euro lordi annui, entro un tetto massimo di 1.500 euro di retribuzione detassata.

Come intuibile, la novità intende premiare produttività e impegno di chi lavora alle dipendenze, svolgendo prestazioni aggiuntive oltre l'orario ordinario. Queste ultime risultano frequentemente indispensabili per il funzionamento di molte aziende e servizi, oltre che gravose dal punto di vista personale.

Non solo. Il disegno di legge di Bilancio tiene conto anche della grave e oggettiva carenza di personale in settori chiave per l'economia nazionale, come turismo o commercio. Ecco perché, nel periodo compreso tra il primo gennaio e il 30 settembre 2026, il lavoro notturno e gli straordinari in questi ambiti saranno maggiorati del 15%, offrendo un nuovo incentivo economico volto ad attrarre e mantenere i lavoratori in settori strategici ma sottoposti – al contempo – a flussi di lavoro irregolari e intensi.

E un'altra novità rilevante riguarda i premi legati ai risultati aziendali. L'aliquota fiscale su questi importi scenderà, infatti, dall'attuale 5% all’1%, mentre il tetto massimo detassabile cresce da 3.000 a 5.000 euro. L'obiettivo è intuibile: spingere ulteriormente la produttività e rendere più conveniente, per i dipendenti, il raggiungimento di obiettivi e performance stabiliti dall'azienda.

Concludendo, il pacchetto di misure in tema di lavoro rientra all'interno di un intervento da circa 18 miliardi annui, che – come recentemente dichiarato dal Governo agli organi di informazione – non inciderà sull'incremento del disavanzo pubblico. Priorità è stata assegnata ai redditi medio-bassi, ai lavoratori dipendenti, alla famiglia, al ceto medio produttivo e al sistema economico nazionale. La volontà di fondo è quella di dare un segnale chiaro: non si tratta solo di politiche fiscali, ma di un tentativo di riequilibrare i delicatissimi rapporti tra costo della vita, retribuzioni e produttività.


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