Pubblicato il: 21/11/2025
In particolare, il disegno di legge sostenuto dalla maggioranza introduce una procedura speciale e un meccanismo quasi automatico: poco più di una settimana di tempo per lasciare l'abitazione, dopodiché scatterà l'esecuzione forzata e senza ulteriori avvisi. A dire il vero, quella in oggetto è una novità che non riguarda direttamente le prime case – già interessate dal rilascio veloce di cui Decreto Sicurezza in vigore da quest'anno – ma le seconde, terze e quarte case, comprese quelle occupate in modo abusivo, quindi senza titolo.
C'è un punto assai importante nella nuova normativa, perché sarà addio al tradizionale preavviso di rilascio, vale a dire l'avviso con cui l'ufficiale giudiziario rende nota la data dello sgombero all'inquilino. Infatti, al fine della liberazione dell'immobile da morosi e abusivi, sarà sufficiente il mero precetto e non più quell'obbligatorio atto scritto che – nella prassi – è frequentemente fonte di lungaggini e rinvii.
In particolare, il solo atto di precetto:
- assegnerà soli dieci giorni per andarsene definitivamente dall'immobile;
- scaduto il decimo giorno, dall'undicesimo l'esecuzione partirà automaticamente, senza che siano necessarie ulteriori notifiche.
Ricapitolando, per avviare l'esecuzione forzata – e quindi lo sgombero – questi saranno i punti chiave:
- il possesso dell'attestato di proprietà (ad es. il rogito notarile);
- l'applicazione del citato e inedito meccanismo civilistico;
- l'immediato intervento dell'ufficiale giudiziario, eventualmente accompagnato dalla forza pubblica.
Altro aspetto interessante delle nuove norme attiene al destino dei beni mobili lasciati in casa dopo lo sgombero. Oggi il proprietario che si trova innanzi a un immobile liberato, ma pieno di oggetti lasciati dall'inquilino – e presumibilmente di proprietà di quest'ultimo – deve affrontare costi e procedure lunghe. La riforma in oggetto interviene anche su questo aspetto perché:
- i beni senza valore economico o d'uso saranno considerati abbandonati;
- trascorsi trenta giorni dalla notifica dell'esecuzione, se gli oggetti non saranno portati via, il proprietario dell'immobile potrà smaltirli o distruggerli, senza necessità di ulteriori autorizzazioni.
Inoltre la riforma in oggetto non eliminerà le tutele per chi è in difficoltà economica, ma le renderà più rigide. Infatti, in caso di morosità temporanea permarrà il termine di grazia, ma con limiti più severi. Infatti, da un lato, l'inquilino potrà chiedere al giudice un tempo per saldare gli arretrati. Dall'altro, però, il beneficio potrà essere concesso solo due volte in quattro anni (oggi sono tre). La finalità di fondo è contrastare la "morosità cronica", distinguendo tra chi vive un disagio reale e chi sfrutta i ritardi del sistema.
Nella volontà di tutelare non solo i proprietari di case, ma anche gli inquilini e le famiglie in oggettiva difficoltà economica, il Governo ha chiarito che le novità in oggetto si inseriscono in un più ampio "piano casa", che comprende anche nuove soluzioni abitative a prezzi calmierati. Tuttavia, il mutato scenario normativo dovrà confrontarsi con i cronici problemi rappresentati dalla carenza di alloggi popolari e dall'invecchiamento del patrimonio edilizio italiano.
Concludendo, se il disegno di legge sarà approvato in Consiglio dei ministri, scatterà poi l'iter parlamentare. L'entrata in vigore della riforma sugli sfratti e gli sgomberi è prevedibile per l'inizio del 2026, salvo modifiche durante il percorso di approvazione del testo.
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