Dall’Europa agli USA: Focus sui Dati del Mercato del Lavoro
Dopo l’atteso taglio dei tassi effettuato ieri dalla Banca Centrale Europea (BCE) sotto la guida di Christine Lagarde, oggi l’attenzione si sposta sugli Stati Uniti e sui dati relativi al mercato del lavoro. Il rapporto sull’occupazione di maggio, che include indicatori chiave come i nonfarm payrolls (le buste paga nel settore non agricolo), il tasso di disoccupazione e la crescita dei salari, fornirà segnali cruciali alla Federal Reserve (Fed) in vista delle prossime riunioni di politica monetaria. Questi dati aiuteranno la Fed a decidere se e quanto tagliare i tassi di interesse quest’anno.
Le Stime su Nonfarm Payrolls e Tasso di Disoccupazione
Secondo il consensus degli analisti (fonte Bloomberg), a maggio il mercato del lavoro statunitense ha creato 180 mila nuovi impieghi, rispetto ai 175 mila del mese precedente. Il tasso di disoccupazione è previsto stabile al 3,9%. La crescita annua dei salari medi orari dovrebbe anch’essa rimanere invariata sui livelli di aprile, pari al 3,9%. Su base mensile, gli analisti prevedono un aumento dello 0,3%, rispetto al +0,2% del mese precedente.
Parziali Segnali di Raffreddamento dagli Ultimi Dati Macro
In settimana, il rapporto ADP di maggio sulle buste paga nel settore privato ha evidenziato un incremento di 152 mila unità, inferiore alle previsioni degli economisti che si attendevano 175 mila nuovi impieghi. La rilevazione di aprile è stata corretta da 192 a 188 mila unità. Inoltre, i dati relativi all’indice ISM manifatturiero di maggio e alle offerte di lavoro di aprile hanno mostrato segni di debolezza. L’indice ISM manifatturiero è sceso da 49,2 a 48,7 punti, segnalando una contrazione più marcata delle attese. Il report JOLTS ha mostrato ad aprile un numero di posti vacanti inferiore alle stime (8,059 milioni contro 8,35 milioni), con una correzione al ribasso della lettura di marzo (da 8,488 a 8,355 milioni).
In controtendenza, l’indice ISM servizi è migliorato significativamente, passando da 49,4 a 53,8 punti, contro i 51 previsti, sottolineando la resilienza del settore terziario e le potenziali pressioni sui prezzi che ne derivano.
Le Previsioni sui Tagli dei Tassi della Fed
Alcuni degli ultimi dati macro diffusi negli Stati Uniti hanno evidenziato un parziale raffreddamento dell’economia, con un’attività produttiva più debole nel settore manifatturiero e un mercato del lavoro più tiepido. I mercati hanno accolto positivamente questi segnali, interpretandoli come fattori che potrebbero spingere la Fed a ridurre i tassi di interesse quest’anno. I trader hanno incrementato le scommesse sulle riduzioni dei costi di finanziamento, come emerge dai future sui Fed Funds, che prezzano un abbassamento complessivo di 48 punti base entro fine 2024, rispetto ai 36 bp di una settimana fa. La probabilità di una mossa già a settembre si è riportata sopra l’80%, rispetto al 60% della scorsa settimana.
Attualmente, i tassi di riferimento si trovano nel range 5,25-5,50%, sui massimi da oltre 20 anni, dopo il ciclo di inasprimento portato avanti tra marzo 2022 e luglio 2023. La Fed si riunirà la prossima settimana e annuncerà le proprie delibere il 12 giugno, insieme alle nuove proiezioni macroeconomiche e alle previsioni dei funzionari sui tassi (dot plot). Lo stesso giorno verrà diffuso anche il dato sui prezzi al consumo USA di maggio, previsti stabili al 3,4% (dato core in rallentamento dal 3,6% al 3,5%), dopo i segnali di ottimismo sul fronte inflazione emersi dall’ultimo core PCE.
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