Le bioenergie rappresentano un elemento chiave nella strategia di decarbonizzazione italiana, ma per essere davvero efficaci devono rispettare rigorosi criteri di sostenibilità e trovare applicazione solo nei settori dove non esistono valide alternative. È quanto emerge dal report “Il ruolo delle bioenergie nella strategia di decarbonizzazione nazionale”, realizzato da Domenico Gaudioso del Greenhouse Gas Management Institute Italia (GHGMI-I) per il WWF Italia.
Le bioenergie, che derivano dalla trasformazione delle biomasse in energia, possono contribuire in modo significativo alla riduzione delle emissioni di gas serra, ma il loro impiego deve essere attentamente regolamentato. L’espansione incontrollata di queste fonti energetiche potrebbe infatti portare a rischi quali competizione con i terreni agricoli, consumo eccessivo di risorse idriche, deforestazione e perdita di biodiversità.
Uno dei punti critici riguarda l’utilizzo dei biocarburanti nei trasporti. Secondo lo studio, la maggior parte dei biocarburanti liquidi oggi in commercio offre benefici limitati in termini di riduzione delle emissioni rispetto ai combustibili fossili. Inoltre, l’aumento della domanda di biocarburanti può accentuare la dipendenza dell’Italia da economie extra-UE, come la Cina.
Il report sottolinea che il biometano può giocare un ruolo cruciale nei settori industriali difficilmente elettrificabili, come l’acciaio, la chimica e il cemento. Tuttavia, è fondamentale evitare l’uso di colture dedicate per la produzione di biometano, concentrandosi invece su biomasse residue provenienti da agricoltura, allevamenti e rifiuti organici.
Secondo le stime, entro il 2030 la produzione sostenibile di biometano potrebbe raggiungere i 3 miliardi di metri cubi all’anno, senza impatti negativi rilevanti sull’ambiente. Tuttavia, una gestione inefficace e incentivi mal strutturati rischiano di sprecare questo potenziale.
Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, ha sottolineato che le bioenergie devono essere impiegate con una visione strategica chiara. La priorità dovrebbe essere data ai settori hard-to-abate e ai trasporti marittimi e aerei, evitando un uso indiscriminato nei trasporti su strada o per la sostituzione diretta del gas metano negli edifici.
Per garantire un utilizzo efficace delle bioenergie, è necessario un quadro normativo chiaro, una raccolta sistematica di dati affidabili e una governance che metta al centro la sostenibilità e l’interesse collettivo, piuttosto che obiettivi a breve termine o interessi di settore.
Le bioenergie possono essere un valido alleato nella lotta alla crisi climatica, ma solo se integrate in una strategia olistica che guardi al lungo termine e tenga conto delle peculiarità ecologiche ed economiche del nostro Paese.
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