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Addio cartelle esattoriali, ecco tre vie per cancellarle con saldo e stralcio: le novità nella Legge di Bilancio 2026

Pubblicato il: 22/09/2025

I debiti dei contribuenti con l’erario o gli enti previdenziali, se non pagati entro il termine di scadenza, vengono iscritti a ruolo e affidati alla riscossione, diventando cartelle esattoriali. I debitori entrano così in rapporto con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, l’ente che ha il compito di incassare le somme non riscosse.

Negli ultimi anni, il legislatore ha spesso affiancato a questo sistema “ordinario” delle misure straordinarie di definizione agevolata, note come “rottamazione” o “saldo e stralcio”. Queste misure hanno un doppio fine: da un lato, consentire ai contribuenti in difficoltà di chiudere la loro posizione pagando meno del dovuto; dall’altro, permettere allo Stato di recuperare almeno una parte dei crediti, che altrimenti rischierebbero di restare inesigibili.

Alcune recenti indiscrezioni riferiscono la possibilità che nella Legge di Bilancio 2026 venga introdotta la possibilità, per i contribuenti, di ricorrere al saldo e stralcio, un meccanismo che consente di estinguere i debiti iscritti a ruolo pagando solo una parte del totale dovuto e beneficiando della cancellazione del debito residuo.
La differenza con la rottamazione è la seguente: nella rottamazione vengono generalmente azzerati interessi e sanzioni, ma resta dovuto il capitale e la modalità di pagamento consiste nella suddivisione del debito in rate trimestrali; nel saldo e stralcio, invece, può essere ridotta anche una parte del capitale, specialmente se il contribuente dimostra di versare in uno stato di particolare difficoltà economica.

Dalle anticipazioni trapelate, la nuova disciplina potrebbe articolarsi in tre possibili varianti, che non si escludono a vicenda e che potrebbero anche coesistere.

  1. Saldo e stralcio per piccoli debitori: ipotesi rivolta a chi ha carichi residui di importo contenuto. In tali casi, al debitore potrebbe essere richiesto un pagamento simbolico o comunque ridotto, in un’unica soluzione o con poche rate.
  2. Saldo e stralcio legato all’ISEE: in questa ipotesi il criterio sarebbe la capacità economica del debitore. A fronte di un ISEE basso, lo sconto aumenterebbe: più il contribuente è in difficoltà, maggiore sarebbe la riduzione riconosciuta.
  3. Saldo e stralcio per cartelle più “datate”: questa terza opzione riguarda la possibilità di intervenire sulle cartelle più vecchie, fino a una certa data. L’idea è che i crediti risalenti nel tempo abbiano un tasso di riscossione molto basso, sicché può essere più utile chiuderli con una definizione agevolata piuttosto che mantenerli a bilancio come inesigibili.
Accanto a queste formule, resta sul tavolo anche l’ipotesi di una nuova rottamazione con rateizzazione molto estesa (fino a 120 mensilità), destinata però soprattutto ai debiti più consistenti.

Il saldo e stralcio offre sicuramente dei vantaggi, quali la drastica riduzione del debito complessivo, rappresentando una via rapida per soddisfare sia il contribuente, che l’amministrazione.
D’altro canto, però, non mancano le criticità: chi ha regolarmente adempiuto ai propri oneri fiscali e contributivi potrebbe sentirsi scoraggiato nel farlo ancora in maniera puntuale, vista la frequenza di emanazione delle misure di definizione agevolata. Inoltre, lo Stato rinuncia comunque a una parte delle entrate, con possibili ripercussioni sul bilancio pubblico.

Il saldo e stralcio sarebbe, dunque, un compromesso tra le esigenze del fisco e quelle dei cittadini. Non è un condono fiscale vero e proprio, perché presuppone comunque un pagamento, ma nemmeno una semplice rateizzazione: è un meccanismo di definizione agevolata del debito, che deve necessariamente bilanciare le esigenze di equità sociale, sostenibilità finanziaria e certezza del diritto.

La Legge di Bilancio 2026 sarà decisiva per capire quale delle tre ipotesi verrà sposata dal legislatore, e a quali condizioni. Intanto, milioni di contribuenti guardano con attenzione a questa misura: da essa dipende la possibilità di archiviare definitivamente debiti che, altrimenti, rischiano di restare pendenti ancora per molto tempo.


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