Pubblicato il: 15/01/2025
Ad oggi, i Comuni italiani che applicano regimi di TARIP sono 1.117, con una popolazione complessiva di 8.145.205 abitanti, rispettivamente pari al 14,1% dei Comuni e al 13,8% della popolazione italiana. Si conferma l’elevata “territorialità” del regime, che risulta diffuso soprattutto nelle Regioni del Nord (94% del totale nazionale). Nel Sud e nelle Isole, invece, le esperienze rilevate erano e restano ancora pochissime: appena 3 Comuni in Sicilia, 2 in Puglia e 1 in Sardegna (Cagliari). L'obbligatorietà della TARIP è subordinata alla condizione che il Comune abbia realizzato un sistema di misurazione "puntuale" della quantità dei rifiuti prodotti dalla singola utenza.
Ma quali sono, più nel dettaglio, le differenze fra TARIP e TARI?
Come si anticipava si tratta di due sistemi di calcolo con approcci molto diversi, in quanto:
- la TARI si basa su un sistema di calcolo che prende in considerazione la superficie dell'immobile e il numero di persone che lo abitano. In pratica, si paga una tassa fissa legata alla grandezza della casa e al numero di residenti, senza tenere conto della quantità effettiva di rifiuti prodotti;
- la TARIP è un sistema più equo e puntuale, che premia chi produce meno rifiuti. Si calcola in base al volume o peso effettivo dei rifiuti prodotti. Chi riduce la produzione di rifiuti – o differenzia meglio – paga di meno. Questo modello si ispira alla filosofia "Pay As You Throw" (Paga per ciò che getti), promuovendo comportamenti più responsabili nei confronti dell’ambiente.
La TARIP si compone di due parti:
- Quota fissa: determinata in base alla superficie dell’immobile.
- Quota variabile: basata sul numero effettivo di svuotamenti dei rifiuti. Ogni utente ha una quantità minima di svuotamenti annuali ma, se si supera questo numero, si paga un sovrapprezzo per ogni svuotamento aggiuntivo.
Diversi sono i vantaggi legati al sistema di calcolo della TARIP:
- aiuta a raggiungere i target fissati dall'Unione Europea per il riciclo, come il 55% di riciclo dei rifiuti urbani entro il 2025;
- maggiore sostenibilità ambientale, in quanto incentiva la riduzione dei rifiuti e aumenta la raccolta differenziata, promuovendo il riciclo;
- economici, considerato che chi produce meno rifiuti paga meno, creando un sistema più equo.
Per poter risparmiare con la nuova tariffa puntuale occorre fare molta attenzione alla raccolta differenziata dei rifiuti, lasciando nel secco non riciclabile solo quello che effettivamente non può essere differenziato. Una pratica che permette di risparmiare, poi, è quella di procedere all’esposizione del contenitore del secco non riciclabile solo quando è effettivamente pieno.
Si rammenta, infine, che il passaggio da TARI a TARIP, commisurando la tariffa alla modalità di raccolta ed al servizio reso, incide sulla giurisdizione di riferimento: non sarà più interessata la competenza del giudice tributario, ma del giudice ordinario. Così si è espressa la Corte di giustizia tributaria di secondo grado del Veneto, con la sentenza del 04/03/2024 n. 236.
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