Pubblicato il: 01/06/2025
Proprio per questo è essenziale conoscere i tempi corretti di emissione delle fatture, sapere come comportarsi in caso di errori e tenere d’occhio le novità normative.
Quando va emessa una fattura elettronica?
Le tempistiche cambiano a seconda della tipologia dell’operazione. Se, ad esempio, si tratta di una fattura immediata, la legge stabilisce che essa vada trasmessa entro dodici giorni dal momento in cui è stato effettuato il pagamento o consegnato il bene. In caso di fattura differita, c’è un po’ più di tempo: può essere inviata entro il 15 del mese successivo, ma solo se l’operazione è documentata da un DDT, da una ricevuta o da una fattura proforma.
La regola più importante da ricordare è che una fattura è considerata ufficialmente emessa solo quando viene accettata dal SdI. Se il sistema non accetta la fattura, per qualsiasi motivo – magari un errore formale o tecnico – essa non ha alcuna validità. In questi casi è indispensabile correggere l’errore e procedere con un nuovo invio entro cinque giorni dalla notifica di scarto.
Per chi gestisce numerose operazioni, è facile perdere il controllo delle scadenze. Per questo sempre più professionisti e imprese si affidano a software come Fatture in Cloud, che offrono funzionalità utili come la compilazione guidata, il controllo automatico degli errori e la segnalazione in tempo reale degli scarti da parte dello SdI, fornendo istruzioni pratiche su come procedere.
Ritardi e dimenticanze: cosa si rischia?
Il quadro sanzionatorio per chi sbaglia con le fatture elettroniche è stato reso più rigido dal settembre 2024. Le sanzioni, infatti, sono aumentate e colpiscono in modo significativo sia le omissioni che gli invii tardivi o errati.
Se la fattura non viene inviata, oppure viene trasmessa fuori tempo massimo o contiene errori gravi, la sanzione prevista è pari al 70% dell’IVA sull’operazione, con un importo minimo di 300 euro. Per errori meno gravi, che non compromettono la corretta liquidazione dell’imposta, si applica una sanzione fissa che può variare da 250 a 2.000 euro.
Anche per le operazioni non imponibili, esenti o soggette a reverse charge, è prevista una multa del 5% dei corrispettivi, sempre con un minimo di 300 euro. Tuttavia, se la violazione è solo formale e non ha impatti fiscali, non si applica alcuna sanzione.
Chi si accorge dell’errore può comunque rimediare con il ravvedimento operoso, che consente di regolarizzare la propria posizione pagando una sanzione ridotta. Più si agisce in fretta, meno si paga: entro 30 giorni la sanzione si riduce a un decimo, entro 90 giorni a un nono, entro un anno a un ottavo e così via. Il pagamento si effettua tramite modello F24, utilizzando il codice tributo 8911.
Autofatture estere
Un discorso a parte riguarda le fatture ricevute da fornitori esteri, sia europei che extra-UE. In questi casi, chi riceve il documento ha tempo fino al 15 del mese successivo per trasmettere l’autofattura. Oltre questo termine, le sanzioni diventano pesanti: si parte da 500 euro, ma si può arrivare a 10.000 euro, oppure si applica il 5% dell’imponibile, con un minimo di 1.000 euro, se l’operazione non viene registrata. Anche qui, se si agisce entro 15 giorni dalla scadenza, la sanzione si dimezza.
E se il fornitore non manda la fattura?
In caso di mancata ricezione delle fatture da parte dei fornitori non sarà più necessario emettere un’autofattura. Tale novità è in vigore dal 1° aprile 2025: al posto dell’autofattura, bisognerà inviare un nuovo documento elettronico, denominato TD29.
Il TD29 deve essere trasmesso al SdI entro 90 giorni dalla data in cui la fattura avrebbe dovuto essere emessa, oppure entro 90 giorni dalla data di effettiva emissione, se il documento è irregolare. Questo adempimento non ha valore fiscale, quindi non si versa l’IVA né si può detrarla, ma è comunque obbligatorio per evitare sanzioni, che possono arrivare fino al 70% dell’IVA teorica (con un minimo di 250 euro).
La compilazione del TD29 è piuttosto semplice: bastano i dati principali dell’operazione – fornitore, data, imponibile e importo dell’IVA teorica – e, in caso di errore, si può procedere con una rettifica.
Anche in questo caso, i software di fatturazione elettronica più avanzati, come Fatture in Cloud, aiutano a gestire la procedura in modo rapido e senza complicazioni.
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