Written by 6:53 am Views: [tptn_views]

Assegno di Inclusione 2025, in arrivo la convocazione della visita medica funzionale: non ignorarla o rischi di perderlo

Pubblicato il: 08/04/2025

Il diritto all’Assegno d’inclusione (Adi) – misura che, dal 1° gennaio 2024, ha sostituito il Reddito di Cittadinanza – è riconosciuto dal Decreto lavoro 2023 sulla base di specifici requisiti, che devono essere posseduti dal nucleo familiare al momento della domanda. Tale misura, in particolare, è rivolta alle famiglie che presentano, nel proprio nucleo familiare, almeno un componente che sia:
  • disabile;
  • minore;
  • avente un'età di almeno 60 anni;
  • in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.

Va, poi, sottolineato che l’ADI è una misura che favorisce la ricerca del lavoro. Infatti, per accedere a questo beneficio, è necessario partecipare ad un percorso di inclusione sociale e lavorativa. L’erogazione dell'ADI parte dal mese successivo alla sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (PAD): nel PAD l’interessato deve dare le informazioni necessarie per l’attivazione al lavoro e per la sottoscrizione del Patto di Servizio Personalizzato, come l’indicazione di almeno tre agenzie per il lavoro. Inoltre, con il PAD, l’interessato si impegna anche a presentarsi alla convocazione del servizio per il lavoro che è competente per la stipula del Patto di Servizio Personalizzato.

Nell’ottica di garantire l’equità e la correttezza nell’erogazione di tale misura di sostegno, all’INPS è riservata l’attività di monitoraggio: si tratta di effettuare mirati controlli sui nuclei familiari che percepiscono l’assegno di inclusione, con particolare attenzione a coloro che non hanno segnalato eventuali redditi derivanti da nuove attività lavorative o da partecipazione a percorsi di politica attiva per l'impiego.
Sui beneficiari dell’assegno di inclusione grava, in particolare, l’obbligo di dichiarare tempestivamente ogni variazione del proprio reddito e della composizione del rispettivo nucleo familiare, pena la revoca della prestazione.

Poiché si tratta di nuclei familiari che versano in condizioni di particolare fragilità, non solo economica ma anche sociale, gli interventi di presa in carico sono gestiti dai servizi sociali competenti. Questi ultimi organizzano incontri regolari con i beneficiari, i quali sono tenuti a presentarsi puntualmente agli appuntamenti fissati. L’assenza è giustificabile esclusivamente in presenza di motivazioni valide, come ad esempio impegni sanitari documentati. La partecipazione è obbligatoria sia in caso di convocazione esplicita da parte dei servizi, sia qualora – in assenza di comunicazioni – il beneficiario ritenga opportuno presentarsi spontaneamente per evitare inadempienze.
In caso di mancato rispetto degli obblighi previsti, le conseguenze possono essere rilevanti.
Attualmente è in corso l’invio di comunicazioni scritte da parte degli assistenti sociali ad alcuni beneficiari dell’Assegno di Inclusione. Queste lettere servono a convocare l'interessato per accertamenti, quali visite mediche funzionali all’avvio delle attività previste nei Progetti Utili alla Collettività (PUC).

L’articolo 8, comma 6, lettera c), del decreto-legge n. 48 del 2023 stabilisce, infatti, che la mancata partecipazione ai PUC, se prevista nel Patto di inclusione sociale o nel Patto di servizio personalizzato, comporta la decadenza dal beneficio economico. Analogamente, l’assenza ingiustificata agli appuntamenti con i servizi sociali può comportare la revoca del sussidio, come ribadito anche nella corrispondenza ufficiale inviata dagli operatori.

Per tali motivi, è essenziale non trascurare le comunicazioni provenienti dai servizi sociali e, in caso di dubbi o ritardi, è sempre consigliabile recarsi spontaneamente presso le sedi competenti per evitare penalizzazioni.

Vai alla Fonte [mc4wp_form id="5878"]
Close