Pubblicato il: 19/05/2025
Con l’ordinanza n. 1332/2025, pubblicata lo scorso 14 maggio 2025, la Corte di Cassazione – ribadendo l’orientamento già espresso nelle ordinanze n. 10505/2024 e n. 20913/2024 – ha ulteriormente consolidato la linea interpretativa secondo cui l’omologazione dell’autovelox è condizione necessaria per la legittimità delle sanzioni. Di qui la rilevata nullità di ben 13 verbali di accertamento e la revoca della decurtazione dei punti inflitta a un automobilista.
Significativa è anche la posizione manifestata dalla Suprema Corte rispetto a una circolare del Ministero dell’Interno del 23 gennaio 2025, nella quale si tentava una equiparazione funzionale tra approvazione e omologazione. Il Collegio di legittimità ha ritenuto tale argomento incompatibile con i principi del nostro ordinamento, considerato che le circolari amministrative non hanno valore normativo e non possono, dunque, modificare né disapplicare una norma di rango primario (nel caso di specie si tratta dell'art. 142 del Codice della strada), che prescrive la "debita omologazione" per i misuratori di velocità.
Come puntualizza la Suprema Corte, omologazione e approvazione sono due procedimenti distinti: l'omologazione rappresenta il procedimento avente lo scopo di verificare l'efficacia e il corretto funzionamento degli autovelox e la loro rispondenza a determinate caratteristiche tecniche ovvero, in sostanza, a conferire valore legale di prova alle fotografie scattate e alla velocità rilevata.
La maggiore importanza dell'omologazione sta, quindi, nella funzione pubblicistica di garanzia: con essa si certifica che l’intero processo di rilevazione della velocità sia conforme alle esigenze di precisione, legalità e tutela dei diritti dei cittadini. Affidarsi solo all’approvazione – generalmente rilasciata in fase di prima immissione sul mercato – non è sufficiente a soddisfare questi criteri.
L'omologazione, essendo indispensabile per garantire il funzionamento corretto dello strumento, costituisce, quindi, il presupposto ai fini della validità legale delle multe.
Per rimediare alle criticità emerse dalla giurisprudenza, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha predisposto uno schema di decreto che regolamenta l'uso degli autovelox, decreto in fase di vaglio e destinato ad entrare in vigore in concomitanza con l’estate.
Il decreto in questione è composto da sette articoli e da un dettagliato allegato tecnico contenente caratteristiche, requisiti e procedure di omologazione, taratura e verifica di funzionalità dei dispositivi e sistemi per l'accertamento delle violazioni dei limiti massimi di velocità. Lo scorso 23 marzo è stata, però, inviata alle agenzie stampa una nota, con cui il Ministero medesimo ha comunicato la “sospensione” dello schema di decreto in questione.
In particolare, il fulcro delle perplessità dell'emanando provvedimento ruota intorno alle relative disposizioni transitorie, secondo cui "i dispositivi o sistemi approvati secondo quanto previsto dal D.M. del 13 giugno 2017, n. 282, essendo conformi alle disposizioni dell'allegato tecnico, sono da ritenersi omologati d'ufficio".
Cosa significa?
In pratica, tutti gli autovelox approvati dal 13 giugno 2017 in poi sono da ritenersi omologati. E, dunque, possono restare in funzione, perché rispettano già le norme sulla taratura che sono state introdotte quell'anno. Lo scopo era, evidentemente, proprio quello di eliminare il rischio di un gran numero di ricorsi relativi a violazioni dei limiti massimi di velocità ai sensi del citato art. 142, violazioni riscontrate da apparati autovelox approvati e, dunque, costruiti secondo le prescrizioni previste, ma non omologati, cioè mai collaudati e verificati nelle tarature di rilevamento.
Tuttavia, si è constatato che i sistemi autovelox omologabili d'ufficio per effetto del decreto sono soltanto 12, a fronte di un totale di oltre 100 modelli diversi di rilevatori correntemente utilizzati sul territorio italiano. Di qui il rischio temuto dai Comuni: le multe emesse su segnalazione degli apparecchi approvati prima del 13 agosto 2017, lasciati accesi, sarebbero annullate con effetto dirompente per le rispettive casse.
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