Pubblicato il: 15/05/2025
Dove può sistemare il Comune i contenitori dei rifiuti?
Sebbene la scelta dei luoghi dove collocare i bidoni spetti all’amministrazione comunale, questa non può agire in modo del tutto arbitrario. Ogni decisione deve rispettare:
- le normative nazionali e regionali in materia ambientale e sanitaria;
- i regolamenti locali (sull’igiene urbana, edilizia, raccolta dei rifiuti, ecc.);
- i principi di imparzialità, proporzionalità, adeguatezza dell’istruttoria e motivazione degli atti amministrativi;
- i diritti dei cittadini, compresi il diritto alla salute, di cui all’art. 32 Cost. e quello alla tutela della proprietà privata contro immissioni intollerabili, ex art. 844 del c.c..
- il già citato art. 844 c.c., il quale vieta ogni emissione (esalazioni, rumori, vibrazioni) che superi la normale tollerabilità. Se i cassonetti producono odori insopportabili o disturbano oltre il limite consentito, vanno rimossi o ricollocati altrove;
- l’art. 68 del Regolamento di attuazione del Codice della Strada, il quale stabilisce che i contenitori non devono creare pericolo né ostacoli alla circolazione stradale e devono essere collocati fuori dalla carreggiata.
Non esiste, a livello nazionale, una norma che imponga distanze minime valide su tutto il territorio. Questo aspetto è lasciato all’autonomia dei Comuni, che possono prevedere vincoli precisi nei propri regolamenti. In assenza di disposizioni locali, l’unico riferimento giuridico applicabile è il limite della normale tollerabilità sancito dal Codice civile.
Tuttavia, se il Comune decide di posizionare i contenitori dei rifiuti nelle immediate vicinanze di un'abitazione o di un'attività, il cittadino ha facoltà di opporsi, purchè sussistano condizioni specifiche. Le principali situazioni che legittimano la contestazione sono:
- violazioni del regolamento comunale su distanze minime da fabbricati, finestre, scuole, negozi, ecc.;
- danni alla salute o condizioni igienico-sanitarie compromesse (cattivi odori, presenza di insetti o roditori, rischio di malattie);
- impedimenti fisici (cassonetti che impediscono di usufruire di passi carrai, ingressi, marciapiedi o che limitano la visibilità e l’attività commerciale);
- impatto acustico eccessivo (specialmente nelle ore notturne e se derivante dallo svuotamento dei contenitori del vetro o del metallo);
- degrado visivo e deturpazione dell’ambiente urbano (sporcizia, rifiuti fuori dai cassonetti, strutture danneggiate);
- collocazioni irragionevoli o discriminatorie (es. bidoni concentrati solo davanti a una specifica abitazione).
Regolamenti locali: come trovarli e cosa controllare
La regolamentazione della raccolta dei rifiuti e del posizionamento dei cassonetti varia da Comune a Comune. Per verificare la legittimità della collocazione, è utile consultare i regolamenti comunali, disponibili:
- sul sito ufficiale dell’ente municipale, nella sezione “Regolamenti”, “Ambiente” o “Polizia Locale”;
- presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP), l’Ufficio Ambiente o l’Ufficio Tecnico del Comune.
- distanze minime da osservare rispetto a fabbricati, porte, finestre, recinzioni, esercizi commerciali;
- criteri urbanistici e ambientali per l’individuazione delle aree idonee alla raccolta;
- caratteristiche tecniche delle isole ecologiche (recinzioni, schermature, lavaggi periodici).
La prima cosa da fare è consultare i regolamenti comunali e verificare la sussistenza di eventuali violazioni, che dovranno essere documentate (con foto, video, testimonianze, certificazioni).
Dopodiché, sarà necessario presentare una richiesta scritta al Comune o un esposto all’URP o all’Ufficio Ambiente. In caso di silenzio o diniego, è opportuno valutare la possibilità di presentare ricorso al TAR, specialmente se la scelta dell’amministrazione risulta sproporzionata o illegittima.
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