Pubblicato il: 16/07/2025
Sì, perché lo Stato italiano mette a disposizione di chi mette al mondo un bambino alcuni bonus, agevolazioni e sostegni economici.
Tuttavia, la loro erogazione non è automatica: bisogna sapere cosa fare, quando farlo e a chi rivolgersi. Infatti, in caso di errori sui tempi o sulle procedure da seguire, si rischia di perdere anche migliaia di euro.
La primissima cosa da fare: registrare il bambino e aggiornare l’ISEE
Nel momento in cui nasce un figlio, vi è un passaggio preliminare essenziale, ovvero l’iscrizione all’anagrafe, che va fatta entro 10 giorni dalla nascita e permette di ottenere il codice fiscale del neonato. Senza questo passaggio, non è possibile richiedere nessun beneficio.
Una volta fatto, il passo successivo per richiedere i bonus è l’ISEE.
Se si possiede già un ISEE attivo, lo stesso va aggiornato inserendo il nuovo componente del nucleo familiare. In caso contrario, bisognerà compilare la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) e ottenere il primo ISEE.
Questo passaggio è fondamentale, in quanto quasi tutti i bonus per i figli sono legati a questo indicatore. Se il neonato non risulta nell’ISEE, non potrà essere conteggiato in nessuna domanda, dall’Assegno Unico agli sconti sulla mensa scolastica, dalle borse di studio fino al nuovo Bonus Nascita.
L’Assegno Unico: il pilastro di tutti gli aiuti economici per i figli
Una volta aggiornato l’ISEE, è possibile richiedere l’Assegno Unico e Universale. Tale sussidio spetta a prescindere dal proprio status lavorativo, in quanto erogato in base al reddito familiare.
La procedura per la presentazione della domanda è interamente telematica e si effettua tramite il portale online dell’INPS, al quale è possibile accedere tramite uno strumento di identità digitale (SPID, CIE o CNS). Nella domanda bisognerà inserire i dati del nuovo nato, compreso il codice fiscale.
Un dettaglio importante: anche se il nucleo familiare è già composto da figli per cui si riceve l’Assegno Unico, bisognerà comunque accedere alla scheda originaria e aggiungere il nuovo componente, altrimenti non si beneficerà dell’aumento previsto né del recupero dei due mesi antecedenti al parto, partendo dal settimo mese di gravidanza.
L’Assegno unico, infatti, ha sostituito vari bonus, tra cui il Premio alla Nascita e il vecchio Bonus Mamma Domani.
Novità 2025: il Bonus nuovi nati da 1.000 euro (ma attenzione alla scadenza)
Per il 2025 è stata introdotta una misura aggiuntiva: si chiama Bonus nuovi nati e prevede un contributo una tantum da 1.000 euro per le famiglie con ISEE inferiore a 40.000 euro.
Attenzione però: anche questo bonus non è automatico. Va fatta una specifica richiesta all’INPS, sempre online e sempre tramite SPID o credenziali equivalenti, entro 6 mesi dalla nascita.
E se la mamma non lavora? C’è la maternità dei Comuni
Un’altra misura, poco nota, ma altrettanto importante è rappresentata dall’assegno di maternità comunale. È pensato per tutte le madri che non hanno accesso alla maternità INPS: casalinghe, disoccupate, lavoratrici senza copertura previdenziale.
Si tratta di un aiuto economico erogato una volta sola, pari a 2.037 euro (importo aggiornato al 2025, per il valore di 407,40 euro al mese per 5 mesi). L’unico vincolo è avere un ISEE del nucleo familiare inferiore a 20.382,90 euro.
In questo caso, la domanda si presenta al Comune di residenza, ma il pagamento arriva comunque dall’INPS.
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