Pubblicato il: 29/05/2025
I candidati che si sono classificati tra gli idonei in un concorso pubblico bandito da enti locali potranno, ora, sperare nell’assunzione anche dopo tre anni dalla pubblicazione della graduatoria. Questa novità si applica non solo ai futuri concorsi, ma anche a quelli già conclusi e con graduatorie pendenti prima del 15 marzo 2025. Un'opportunità concreta per migliaia di persone in attesa di entrare nella pubblica amministrazione.
Assunzioni più rapide e mobilità tra enti
Prima dell’entrata in vigore del nuovo decreto, l’amministrazione, per poter procedere con lo scorrimento di una graduatoria, doveva attendere la rinuncia, il mancato superamento del periodo di prova o le dimissioni di un vincitore.
Oggi non più. Le P.A., infatti, potranno utilizzare le graduatorie per coprire ogni esigenza di personale: l’unico vincolo rimane la durata temporale della graduatoria stessa.
Un altro passaggio importante riguarda la possibilità di “attingere” da graduatorie di altri enti, attraverso accordi specifici. Questo consente a Comuni, Regioni e altri organismi pubblici di accedere a elenchi già esistenti, riducendo tempi e costi delle assunzioni. Basta che i profili richiesti coincidano con quelli presenti nelle graduatorie già formatesi.
Il diritto all’assunzione è garantito al momento della chiamata
Una delle innovazioni più significative tutela chi non può prendere servizio immediatamente. Il legislatore ha disposto che, per lo scorrimento di una graduatoria, è sufficiente che la P.A. individui formalmente il soggetto idoneo ad essere assunto oppure lo trasferisca ad altre amministrazioni, sempre nel rispetto dell’ordine fissato dalla graduatoria. In questo modo, la firma del contratto può avvenire anche successivamente, evitando così che chi è in preavviso rischi di perdere il posto.
Più idonei ammessi: salta il tetto del 20% fino al 2025
Un’altra misura temporanea, ma altrettanto strategica è la sospensione della c.d. “taglia idonei”: per le graduatorie pubblicate nel 2024 e 2025, non si applica più il limite massimo del 20% di idonei rispetto ai posti messi a concorso. In questo modo si cerca di ampliare il bacino di candidati da cui le amministrazioni possono attingere in caso di necessità.
Il ruolo della mobilità volontaria: libertà di scelta per gli enti
Una recente sentenza del Consiglio di Stato (n. 3140/2025) ha chiarito che gli enti non sono obbligati a usare le graduatorie se il posto da coprire è stato creato o modificato dopo il concorso. In questi casi, possono decidere di procedere con la mobilità volontaria, cercando personale già in servizio presso altre amministrazioni. Anche se il decreto P.A. ha rinviato al 2026 l’obbligo formale di questo passaggio per gli enti con oltre 50 dipendenti, la sentenza apre alla possibilità di applicarlo subito, lasciando libertà decisionale agli enti.
Cosa cambia davvero per cittadini e amministrazioni
Le nuove regole segnano un cambio di passo decisivo nella gestione del personale pubblico.
Per i candidati in attesa di una chiamata, aumentano concretamente le possibilità di essere assunti. Per gli enti pubblici, invece, si apre una fase di maggiore autonomia organizzativa, con strumenti normativi più moderni e funzionali.
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