Pubblicato il: 21/11/2024
Tuttavia, proprio i cani spesso sono la causa di conflitti condominiali, soprattutto tra vicini di casa. Disturbi come latrati o guaiti, specialmente quando vengono lasciati soli per periodi prolungati, così come gli odori derivanti dalla scarsa igiene, o ancora la paura di un incontro ravvicinato con gli animali, insieme a escrementi non raccolti, possono dar luogo a seri problemi di convivenza all’interno di un condominio. Inoltre, l’aggressività di alcuni cani – se non ben educati – e i danni causati alle aree condominiali possono ulteriormente complicare la situazione.
A tal proposito, di recente è stata emessa una condanna per stalking nei confronti del proprietario di un cane che non aveva prestato adeguata attenzione al comportamento del proprio animale. Inoltre, al momento vi è, al vaglio della Regione Lombardia, una proposta di legge volta ad introdurre un patentino per chi possiede cani potenzialmente pericolosi.
Sebbene lo stalking condominiale non sia esplicitamente menzionato nel Codice penale, viene comunque riconosciuto dalla giurisprudenza come una condotta che può rientrare nel più ampio genus degli atti persecutori, come sancito dalla Corte di Cassazione.
Un caso emblematico ha riguardato un professore di Firenze che, come emerso dalle indagini, aveva causato, con la propria condotta, un persistente stato di ansia nei suoi vicini. In particolare, l’imputato era solito lasciare i suoi tre cani labrador da soli nel giardino della sua abitazione, disturbando costantemente, sia di giorno che di notte, il vicinato con il loro abbaiare. Questo comportamento, alla fine, ha costretto i vicini ad acquistare una nuova casa, poiché tutte le soluzioni adottate, come i doppi vetri o i tappi per orecchie, non erano sufficienti a ridurre il rumore.
Pertanto, il Tribunale toscano ha riconosciuto la responsabilità penale del proprietario, dal momento che il suo comportamento ha causato un turbamento psicologico nei vicini, i quali sono stati costretti a modificare le loro abitudini di vita.
La sentenza di condanna, che dispone la reclusione e il risarcimento dei danni a favore delle vittime, costituisce un precedente importante in merito allo stalking condominiale legato alla gestione negligente di animali domestici. La vicenda rientra nel reato di atti persecutori previsto dall'art. 612 bis del c.p., che punisce colui il quale reitera condotte di minaccia o violenza per almeno una volta, cagionando uno dei seguenti eventi alternativi:
- perdurante e grave stato di ansia o paure della vittima;
- fondato timore per la propria incolumità o per quella di persona legata affettivamente;
- costrizione ad alterare le proprie abitudini di vita.
Tra gli esempi di stalking condominiale vi sono molestie verbali, sorveglianza ossessiva del vicino, o vere e proprie intimidazioni fisiche. Tuttavia, come confermato dal Tribunale, anche il comportamento di un proprietario di cani che non si preoccupa di evitare disturbi alla tranquillità condominiale può essere considerato stalking.
Rilevante, a tal proposito, è la già citata proposta di legge recentemente avanzata dalla Regione Lombardia, intitolata “Norme specifiche per alcune tipologie di cani a tutela del loro benessere e della pubblica incolumità”. Questa proposta è il risultato di una richiesta delle associazioni Anci Lombardia e Enci Lombardia, dei veterinari delle Ats e delle associazioni di protezione animale.
La proposta prevede l'introduzione di un patentino di idoneità per chi desidera adottare cani di razze considerate potenzialmente pericolose, insieme alla frequentazione di corsi obbligatori sia teorici che pratici. La legge prevede anche restrizioni sulla riproduzione e sulla vendita di cuccioli di queste razze. Sebbene si tratti di un’iniziativa solo regionale, l’auspicio dei suoi sostenitori è che diventi un modello da seguire a livello nazionale.
In realtà, nella città di Milano il patentino è già una realtà obbligatoria dal 2020, allorquando il Comune introdusse il “Patentino Cane Speciale”, un certificato che deve essere rilasciato dall’Ats ai proprietari di cani appartenenti a razze potenzialmente pericolose. Il proprietario dell’animale ha sei mesi di tempo per ottenere il patentino e il mancato rispetto delle normative comporta una sanzione fino a 500 euro. A differenza della proposta regionale, il regolamento milanese si limita a corsi teorici, mentre la nuova proposta lombarda mira a includere anche una valutazione pratica del cane e dell’interazione con il proprietario, con l’obiettivo di prevenire i casi di aggressione.
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