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Dipendenti pubblici, arriva la settimana corta di 4 giorni, nuovi aumenti e buoni pasto in smart working: ecco le novità

Pubblicato il: 14/11/2025

Lo scorso 3 novembre 2025 è arrivata la firma definitiva del nuovo contratto del comparto delle Funzioni locali, con aumenti degli stipendi di circa di 136,76 euro per tredici mensilità e possibilità di scegliere la settimana corta di quattro giorni tra le novità non economiche. Per i titolari di incarichi delle elevate qualificazioni il tetto massimo salariale sale dai 18 mila euro del precedente contratto ai 22 mila euro del nuovo accordo. Nell’intesa viene inoltre introdotta per la prima volta una disciplina volta a sensibilizzare gli enti ad adottare politiche e regole di gestione delle risorse umane che tengano conto dell’età anagrafica dei dipendenti e che incentivino la sinergia tra il personale di diversa età, promuovendo il reciproco passaggio di competenze.

Esaminiamo più nel dettaglio i nuovi strumenti di flessibilità.
Settimana corta. Si tratta di un modello di organizzazione del lavoro che prevede una riduzione dei giorni lavorativi da cinque a quattro, senza tagli allo stipendio. L’obiettivo è semplice: migliorare la qualità della vita dei lavoratori, Si prevede la possibilità di articolare l’orario di lavoro su quattro giorni, mantenendo le 36 ore settimanali.. L’opzione della settimana corta è sperimentale e volontaria.

Il presidente dell’ARAN Antonio Naddeo ne ha parlato in questi giorni, evidenziando come il cambiamento debba passare attraverso l’implementazione di orari flessibili, promuovendo un approccio che potrebbe portare a una maggiore produttività e un migliore equilibrio tra vita privata e lavorativa: «L’accordo raggiunto rappresenta un equilibrio tra le legittime aspettative del personale degli enti locali e la sostenibilità del sistema. Le innovazioni introdotte, dalla flessibilità organizzativa alle nuove tutele sociali, dimostrano la capacità della contrattazione pubblica di adeguarsi alle trasformazioni del lavoro contemporaneo, mantenendo l’efficienza dei servizi pubblici locali. Gli interventi del Ministro Zangrillo nella legge di bilancio 2026 e l’avvio imminente della nuova tornata contrattuale 2025-2027 hanno favorito lo sblocco di questa trattativa che durava ormai da più di 15 mesi».

Al riguardo si osserva che, per alcune categorie di lavoratori – tra i quali il personale scolastico – l’applicazione della settimana corta si presenta complessa. Gli insegnanti statali, per esempio, non potrebbero beneficiare della settimana corta, poiché la loro presenza è legata al calendario scolastico e agli orari settimanali delle lezioni. Ridurre i giorni lavorativi per gli insegnanti potrebbe compromettere, quindi, la continuità didattica.

Intanto l’adozione di una settimana corta è già una realtà per i militari italiani. Recentemente, in risposta alle richieste delle forze sindacali, il Reparto Reclutamento del Personale dello Stato Maggiore dell’Esercito ha pubblicato una circolare, che ufficializza la possibilità di adottare una settimana lavorativa corta, articolata su 4 giorni anziché 5, per il personale militare in specifiche condizioni. Va sottolineato – si legge sul sito dell’ASPI ovvero il sindacato militare dell’Esercito italiano – che questa novità non vale per il singolo militare: il Comandante, infatti, deve autorizzare l’intero reparto o unità organizzativa di esso. La circolare esplicita che il Comandante di Corpo può riarticolare l’orario di lavoro dell’intera unità o di una parte di essa, rispondendo a esigenze istituzionali particolari.

Smart working. Secondo la definizione data dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, “lo smart working (o lavoro agile) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro”. Come noto durante le fasi più acute dell’emergenza pandemica il lavoro agile ha rappresentato la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa, in virtù dell’articolo 87, comma 1, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18. Questo ha sicuramente consentito di garantire la continuità del lavoro in sicurezza per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni e, di conseguenza e per quanto possibile, la continuità dei servizi erogati dalle amministrazioni. E, proprio in ragione della nuova positiva fase dell’esperienza pandemica, il legislatore ha considerato necessario porsi nell’ottica del superamento della gestione emergenziale individuando quale via per lo sviluppo del lavoro agile nella pubblica amministrazione quella della contrattazione collettiva e quella della disciplina da prevedersi nell’ambito del Piano integrato di attività e organizzazione (PIAO). Sul fronte del lavoro agile, ora arriva la svolta: il contratto riconosce il buono pasto anche a chi lavora in smart working, eliminando una disparità che per anni aveva penalizzato i lavoratori da remoto.


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