Pubblicato il: 21/11/2025
La trattativa non è ancora cominciata, ma il percorso è già deciso. Dopo un decennio di rinnovi contrattuali arrivati fuori tempo massimo, il governo prova a rimettere ordine aprendo in anticipo il dossier più sensibile del pubblico impiego: gli stipendi. A dicembre partiranno i tavoli sulle Funzioni centrali per il triennio 2025-2027, con una scansione delle risorse già definita e un obiettivo politico altrettanto netto: chiudere entro l’anno e riportare i contratti nella normalità amministrativa.
Aumenti stipendi dipendenti pubblici 2025-2027: da 52 a 158 euro per Inps, Inail, Ministeri e agenzie fiscali
Il primo fronte ad aprirsi riguarda i circa 200 mila dipendenti pubblici delle Funzioni centrali, cioè personale dei Ministeri, delle agenzie fiscali e degli enti pubblici come Inps e Inail. Qui si concentra l’avvio della trattativa, anche perché l’atto di indirizzo predisposto dal ministro Paolo Zangrillo assegna all’Aran una rotta precisa e un budget complessivo di quasi dieci miliardi per l’intero pacchetto dei rinnovi.
Gli incrementi di stipendio previsti seguono una progressione scandita anno per anno, così da distribuire meglio l’incidenza sulla finanza pubblica e rendere, allo stesso tempo, più graduale l’adeguamento salariale. L’aumento complessivo a regime sarà di 158 euro lordi al mese, ma con un percorso articolato nel triennio:
- 52 euro nel 2025;
- 105 euro nel 2026;
- 158 euro nel 2027.
Tutti gli aumenti di stipendio previsti: settore per settore, chi guadagnerà di più
La scansione dei tavoli negoziali è già stata definita, al fine di delineare un quadro piuttosto completo delle prospettive salariali dei vari comparti. Dopo le Funzioni centrali, a gennaio partirà il confronto sulla sanità, seguito dagli enti locali e dal settore istruzione e ricerca. Il percorso, dunque, coprirà gradualmente tutto l’universo del pubblico impiego.
Ecco gli aumenti previsti per ciascuna categoria di dipendenti pubblici:
- sanità: incremento fino a 184 euro lordi al mese entro il 2027;
- enti locali: circa 150 euro a regime per i dipendenti comunali entro il 2027;
- scuola: 104 euro per il personale Ata, 142,80 euro per i docenti e 229 euro per i ricercatori.
Nel settore dell’istruzione, infine, la ripartizione degli aumenti riflette una precisa scelta di valorizzazione delle professionalità tecnico-scientifiche, considerate strategiche per rafforzare la competitività della ricerca italiana nel contesto europeo.
Aumenti e inflazione: perché il potere d’acquisto continuerà a scendere
Nonostante l’impegno finanziario e la volontà di avviare i negoziati con anticipo, l'ostacolo principale è rappresentato dall’inflazione. Il biennio 2022-2023 ha registrato un più 13,8 per cento, mentre le stime Eurostat indicano che l’intero quinquennio 2022-2027 supererà il 20 per cento. Ciò significa che nessuno degli incrementi previsti sarà in grado di colmare pienamente la perdita di potere d’acquisto accumulata finora.
È un punto che invita a riflettere, perché da tempo rappresenta il principale terreno di scontro con i sindacati. Negli ultimi rinnovi, le organizzazioni sindacali hanno criticato la scarsità delle risorse, ritenute insufficienti a compensare l’impennata del costo della vita. Il problema, però, è strutturale: ampliare i fondi richiederebbe coperture certe e immediate, difficili da reperire per un governo impegnato a uscire, entro il 2025, dalla procedura europea per deficit eccessivo.
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