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Dipendenti pubblici, migliaia di nuove assunzioni nel 2026 e stop al limite del turnover: ecco le novità e cosa cambia

Pubblicato il: 29/10/2025

Per anni, la Pubblica Amministrazione italiana ha dovuto fare i conti con vincoli stringenti sulle assunzioni, introdotti per contenere la spesa pubblica e mantenere sotto controllo i bilanci degli enti. Il turnover, ovvero il rapporto tra dipendenti in uscita e nuovi ingressi, è stato regolamentato con percentuali che limitavano drasticamente la possibilità di sostituire il personale che andava in pensione o lasciava il servizio. Fino a oggi, le regole prevedevano che, nel 2026, gli enti pubblici potessero assumere soltanto nel limite del 75% del personale cessato, con la prospettiva di raggiungere il tetto del 100% solo dal 2027.
La nuova Legge di Bilancio cambia radicalmente questo scenario: dal 1° gennaio 2026, gli enti potranno procedere alla sostituzione integrale del personale in uscita, anticipando di un anno intero la piena capacità assunzionale. Questa decisione rappresenta una boccata d'ossigeno fondamentale per un settore che, da tempo, soffre di carenze di organico, aggravate dai pensionamenti sempre più numerosi e dall'impossibilità di coprire adeguatamente i vuoti lasciati dai dipendenti in uscita.
Più concorsi e maggiori opportunità di lavoro nel Pubblico Impiego
Lo sblocco totale del turnover avrà conseguenze immediate e tangibili sul fronte delle assunzioni. Gli enti pubblici, potendo finalmente contare su una capacità assunzionale più ampia, saranno incentivati a bandire un numero significativamente maggiore di concorsi pubblici già nel corso del 2026. Ci si aspetta che molte amministrazioni pianifichino maxi-concorsi o bandi più frequenti, per rispondere all'esigenza urgente di coprire i posti vacanti accumulati negli anni.
Questo cambiamento si inserisce in una strategia più ampia legata all'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il cui termine ultimo è fissato proprio al 2026. Per realizzare gli investimenti, le riforme e i progetti previsti dal PNRR, gli enti locali e centrali hanno bisogno di personale qualificato e in numero sufficiente per gestire la progettazione, gli appalti e il monitoraggio delle opere finanziate con i fondi europei. I precedenti limiti al turnover avevano di fatto ostacolato questo necessario rafforzamento della macchina amministrativa, rallentando l'operatività degli uffici pubblici proprio nel momento in cui serviva maggiore efficienza.
Il ricambio generazionale come priorità strategica
Uno degli aspetti più critici – che la nuova normativa intende affrontare – riguarda l'età media elevata del personale della Pubblica Amministrazione italiana, significativamente superiore rispetto a quella di altri Paesi europei. Nei prossimi anni è previsto un numero particolarmente alto di pensionamenti, una vera e propria "ondata" che rischia di lasciare scoperte funzioni strategiche in diversi settori dell'amministrazione pubblica. Lo stop ai limiti del turnover diventa quindi uno strumento essenziale per garantire un ricambio generazionale efficace, che porti nelle pubbliche amministrazioni energie fresche, competenze digitali aggiornate e una mentalità più orientata all'innovazione.
L'ingresso di giovani professionisti, laureati e specializzati in settori chiave come l'informatica, l'ingegneria, l'economia e il diritto, potrà contribuire alla modernizzazione degli uffici pubblici e al miglioramento dei servizi offerti ai cittadini. Senza questa riforma, molti enti avrebbero continuato a operare sottodimensionati, con conseguenze negative sulla qualità e i tempi di erogazione dei servizi pubblici.
Quando diventerà operativa la riforma
La misura che elimina i limiti al turnover è stata inserita nel Disegno di Legge di Bilancio per il 2026, attualmente in fase di discussione parlamentare. Affinché diventi operativa, il provvedimento dovrà essere approvato sia dalla Camera dei Deputati sia dal Senato della Repubblica entro il 31 dicembre 2025, termine costituzionale per l'approvazione della manovra finanziaria. Durante questo iter parlamentare, i dettagli della norma potrebbero essere oggetto di discussione, emendamenti o eventuali modifiche, anche se l'impianto generale della riforma gode di ampio consenso politico.
Una volta approvata e pubblicata in Gazzetta Ufficiale, la nuova disciplina entrerà in vigore dal primo giorno del 2026, consentendo agli enti pubblici di avviare immediatamente le procedure concorsuali necessarie per coprire i posti vacanti. Si tratta di un cambiamento epocale per il settore pubblico italiano, destinato a generare migliaia di nuove opportunità lavorative e a rafforzare la capacità operativa delle istituzioni proprio nel momento in cui è più necessario.


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