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Dipendenti pubblici, stipendi più alti da giugno e bonus fino a 1.000 euro: ecco a chi spetta e fasce in base al reddito

Pubblicato il: 19/05/2025

Buone notizie per chi lavora nel pubblico impiego: a partire da giugno 2025, gli stipendi dei dipendenti statali saranno più ricchi grazie all’applicazione effettiva del taglio del cuneo fiscale. A confermarlo è il portale NoiPA, che ha annunciato l’avvio ufficiale dell’erogazione dei benefici, finora rimasti in sospeso.

Cuneo fiscale 2025: cosa cambia per gli statali
Mentre, nel settore privato, le misure introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 sono già operative da mesi, i dipendenti pubblici hanno dovuto attendere l’adeguamento del sistema di gestione delle buste paga. Il ritardo sta però per essere colmato: il cedolino di giugno conterrà lo sgravio fiscale previsto, più le mensilità arretrate da gennaio a maggio.
Il vantaggio economico stimato per ciascun lavoratore si aggira intorno agli 82 euro mensili, che verranno versati in un'unica soluzione insieme allo stipendio di giugno, visibile sul portale NoiPA indicativamente dal 20 del mese.

Bonus extra per redditi bassi: chi ha diritto e quanto spetta
Oltre alla riduzione del cuneo fiscale, la Manovra prevede ulteriori vantaggi per i redditi più contenuti. I dipendenti pubblici con un reddito complessivo annuo entro i 20.000 euro potranno beneficiare di un’integrazione economica esentasse. L’ammontare del bonus varia in base al reddito:

  • 7,1% per redditi fino a 8.500 euro
  • 5,3% per redditi tra 8.501 e 15.000 euro
  • 4,8% per redditi tra 15.001 e 20.000 euro
Chi percepisce, invece, un reddito tra 20.001 e 40.000 euro potrà contare su una detrazione aggiuntiva:
  • 1.000 euro per redditi da 20.001 a 32.000 euro;
  • detrazione decrescente tra 32.001 e 40.000 euro, fino ad azzerarsi oltre questa soglia.
Come viene calcolato lo sconto fiscale?
NoiPA ha fornito chiarimenti anche in merito ai meccanismi di calcolo utilizzati per determinare l’importo spettante. Il sistema combina i redditi effettivamente percepiti nei primi cinque mesi dell’anno con una stima del reddito atteso da giugno a dicembre, inclusa la tredicesima. In caso di cessazioni anticipate del contratto, queste saranno considerate nel calcolo.
Quando disponibile, viene anche confrontato il reddito del 2025 con quello risultante dalla Certificazione Unica del 2024. Se quest’ultimo è più elevato, sarà usato come riferimento per evitare penalizzazioni dovute a compensi accessori o straordinari non ancora maturati nel nuovo anno.

Come rinunciare al beneficio se non si ha diritto
Per garantire la correttezza nell’erogazione e prevenire indebiti fiscali, NoiPA attiverà anche una funzione online che permetterà di rinunciare in modo volontario al beneficio. L’opzione sarà disponibile nell’Area Riservata del portale e servirà a tutelare quei lavoratori che, avendo altri redditi non registrati nel sistema, rischiano di superare i limiti di legge.
La rinuncia potrà essere effettuata in autonomia, direttamente dalla piattaforma, evitando così successive operazioni di recupero delle somme non dovute in sede di conguaglio.


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