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Disabili, ora è possibile accertare la disabilità senza visita medica per alcune patologie: ecco quali e in che città

Pubblicato il: 02/08/2025

La riforma della disabilità, introdotta dalla legge n. 227 del 22 dicembre 2021, entrerà ufficialmente in vigore in tutta Italia da gennaio 2027. Ma già da ora, in via sperimentale, alcuni territori stanno testando le nuove modalità di accertamento della disabilità, con lo scopo di renderle più veloci, digitali e meno gravose per il cittadino.
Le province coinvolte nella fase di prova sono: Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste. In questi territori, grazie all’applicazione del Decreto del Ministero della Salute 10 aprile 2025, n. 94, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 giugno ed entrato in vigore dal 12 luglio 2025, è cambiato tutto per chi presenta richiesta di accertamento di disabilità legata a tre patologie specifiche: disturbi dello spettro autistico, diabete di tipo 2 e sclerosi multipla.
Questa riforma si inserisce all’interno del nuovo sistema delineato dal decreto legislativo 3 maggio 2024, n. 62, che punta su una valutazione più olistica e funzionale della persona, basata non solo sulle patologie, ma sugli effetti reali che queste hanno sulla vita quotidiana. È qui che entra in gioco il nuovo certificato medico introduttivo, vero fulcro dell’intero processo.
Cos'è il certificato medico introduttivo e cosa prevede la nuova procedura
Il certificato medico introduttivo è il documento di partenza per avviare la procedura di riconoscimento della disabilità. Fino ad oggi, il cittadino doveva spesso farselo compilare dal proprio medico e poi consegnarlo fisicamente all’INPS, oppure caricarlo tramite CAF o patronato. Con la riforma, tutto cambia: il certificato sarà redatto e inviato esclusivamente in via telematica dal medico certificatore all’INPS.
Con la nuova procedura, già attiva dal 12 luglio 2025, il sistema cambia anche nella sostanza. Quando il medico seleziona, in fase di compilazione, un codice ICD9-CM corrispondente a una delle patologie incluse nella sperimentazione (autismo, diabete tipo 2 o sclerosi multipla), viene richiesto di allegare una documentazione clinica specifica e dettagliata, che comprovi la diagnosi e il quadro della malattia.
Inoltre, viene attivata la possibilità di scegliere una modalità alternativa alla visita diretta, ovvero l’accertamento agli atti, e in questo caso diventa obbligatoria la compilazione del questionario WHODAS 2.0, uno strumento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che misura quanto la condizione di salute limita le attività della persona nella vita reale. Il WHODAS valuta sei aree funzionali: comprensione e comunicazione, mobilità, cura di sé, interazioni con gli altri, attività della vita quotidiana e partecipazione alla società. Compilarlo correttamente sarà fondamentale per ottenere una valutazione completa e realistica.
Accertamento agli atti: niente visita, meno stress per il cittadino
La vera rivoluzione riguarda però la possibilità di saltare la visita diretta con la commissione medica. Grazie alla nuova procedura, è possibile richiedere che l’accertamento venga fatto solo sulla base della documentazione presentata, senza doversi recare fisicamente a una visita. Questa modalità, nota come accertamento agli atti, è un grande passo avanti per tutte quelle persone che vivono una condizione cronica documentabile e hanno difficoltà a spostarsi o ad affrontare le procedure dal vivo.
Non tutti i certificati possono usufruire di questa opzione. È applicabile solo:
  • ai nuovi certificati compilati e inviati a partire dal 12 luglio 2025, con almeno una delle tre patologie coinvolte;
  • ai certificati in stato “bozza” che vengono completati e trasmessi dopo quella data;
  • ai certificati medici integrativi (secondo le indicazioni del messaggio INPS n. 1980/2025), ma solo se non è già stata fissata una visita.

Sono esclusi dalla nuova procedura i certificati già presentati prima del 12 luglio 2025 e quelli per cui l’INPS ha già calendarizzato la convocazione. In quei casi, si procederà con il vecchio sistema, visita compresa.
Questo meccanismo, se ben utilizzato, potrebbe alleggerire il carico burocratico sia per le famiglie che per l’INPS, evitando doppioni, visite inutili e perdite di tempo. Tuttavia, resta fondamentale che il medico certificatore sia preciso, completo e aggiornato nella compilazione del certificato e che il paziente fornisca tutta la documentazione richiesta.


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