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Divorzio, da oggi validi anche gli accordi tramite chat senza passare per il giudice, i figli testimoni: nuova sentenza

Pubblicato il: 01/09/2025

La sentenza n. 1620/2025 del Tribunale di Catanzaro stabilisce che gli accordi “a latere” tra coniugi, cioè quelli stipulati al di fuori delle procedure ufficiali di separazione o divorzio, possono essere considerati pienamente validi senza l’approvazione formale del giudice. Questo vale a condizione che non si ledano i diritti dei figli o che gli accordi non siano contrari all’ordine pubblico.
Nel caso concreto, l’ex marito si era impegnato a pagare da solo il mutuo della casa familiare, mentre la moglie rinunciava al suo assegno di mantenimento. La decisione del tribunale ha revocato un decreto ingiuntivo da quasi 21 mila euro, dimostrando che anche un semplice accordo informale può avere effetti giuridici importanti.
Tale decisione segna un cambio di paradigma. In passato, il giudice aveva sempre un ruolo centrale per garantire che gli accordi fossero equi e trasparenti, proteggendo la parte più debole. Oggi, con la possibilità di validare patti stipulati in chat, la tutela giudiziale viene ridotta, aprendo la porta a accordi privati che potrebbero generare contenziosi complessi e difficili da risolvere.
Chat, messaggi e prove: quando la forma diventa flessibile
Il punto più controverso riguarda le modalità di prova. Tradizionalmente, i contratti richiedono documentazione scritta e firmata, e la legge vieta la prova testimoniale in molte situazioni contrattuali. La sentenza di Catanzaro, però, ha creato un’eccezione: i messaggi su WhatsApp o altre chat possono essere considerati prove valide se sussiste un "principio di prova scritta" e una impossibilità morale di formalizzare l’accordo per iscritto (la coppia era in rapporti tesi).
Questo significa che qualunque messaggio scambiato tra ex coniugi potrebbe diventare un vincolo legale, se interpretato in un certo modo. La conseguenza è che le controversie economiche tra ex potrebbero trasformarsi in una lunga ricostruzione delle conversazioni e dei comportamenti, con margine di interpretazioni soggettive e rischi di conflitto. In pratica, ciò che prima era chiaro e controllato dal giudice diventa improvvisamente fragile e opinabile.
Il ruolo dei figli: un rischio concreto e psicologicamente pericoloso
L’aspetto più allarmante della sentenza riguarda i figli coinvolti nei contenziosi economici dei genitori. Nel caso specifico, il tribunale ha ammesso la testimonianza del figlio per confermare l’accordo sul mutuo. Questo mette i figli in una posizione estremamente delicata: da soggetti da proteggere e tutelare diventano strumenti legali, chiamati a prendere posizione tra un genitore e l’altro.
Le conseguenze psicologiche possono essere gravi. Il bambino o l’adolescente si trova a vivere tensioni che non gli appartengono, rischiando di sviluppare ansia, senso di colpa e problemi di relazione con entrambi i genitori. Tale precedente è molto pericoloso perché normalizza il coinvolgimento dei figli nelle dispute economiche, un terreno che la legge dovrebbe, invece, proteggere rigidamente.
In conclusione, per anni la giurisprudenza italiana aveva sempre considerato nulli gli accordi economici privati tra coniugi, per tutelare chi era economicamente più debole e garantire che i giudici controllassero la correttezza dei patti di divorzio. Questo sistema, seppur rigido, assicurava certezza del diritto e protezione dei minori, evitando abusi e prevaricazioni. Da ora in poi, tutto ciò è messo seriamente a rischio.


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