Pubblicato il: 16/05/2025
È un appuntamento dovuto per i proprietari di seconde case e o di abitazioni principali qualificate catastalmente come case di lusso, oltre che per i proprietari di terreni agricoli.
La buona notizia è che, con il prossimo decreto di riforma fiscale, sarà attribuita ai Comuni la possibilità di prevedere direttamente, ed entro determinati limiti, tipologie di definizione agevolata, in attuazione dell’autonomia di cui gli enti stessi godono nella gestione dei tributi.
Com'è noto, uno dei modi per poter pagare meno una cartella esattoriale è rappresentato dalle sanatorie che, periodicamente, vengono messe in campo dall’esecutivo.
In un contesto caratterizzato da un aumento dei prezzi e da una crescente pressione sul potere d’acquisto di cittadini e famiglie, la rottamazione delle cartelle esattoriali, in particolare, rappresenta una misura fiscale potenzialmente di grande supporto.
Conosciuta anche come definizione agevolata, questa misura è stata introdotta più volte dal legislatore, con l'obiettivo di facilitare la riscossione dei crediti da parte dello Stato. Al contempo, offre ai contribuenti l’opportunità di saldare i propri debiti iscritti a ruolo, pagando esclusivamente il capitale originario, in quanto consente di ottenere la cancellazione di interessi di mora, sanzioni e aggio sulle somme dovute.
Ad oggi – si rammenta – le norme non permettono agli enti locali di approvare rottamazioni in assenza di leggi statali che lo consentano. Ma questo limite è destinato ad essere rimosso.
Nell’ordito del prossimo decreto di riforma tributaria sono state, infatti, introdotte modifiche significative che impatteranno direttamente non solo sulla vita dei contribuenti, ma anche sulla gestione delle attività di verifica e riscossione degli enti locali impositori. La riforma identifica una serie di obiettivi chiave e, fra questi, si pone l’obiettivo di promuovere il versamento spontaneo dei tributi.
Secondo i dati IFEL, Istituto per la Finanza e l’Economia Locale, l’IMU non riscossa rappresenta il 7,6% del gettito totale, la Tari il 15,9%, mentre le multe non vengono pagate nel 28,4% dei casi.
Ebbene, proprio per rimediare anche a tale criticità, l'articolo 2 della bozza di decreto in circolazione consentirebbe agli enti locali di adottare autonomamente misure di definizione agevolata, una sorta di “rottamazione” a livello locale, dove i sindaci avrebbero la facoltà di ridurre o annullare interessi e sanzioni.
Si legge, infatti, che gli enti territoriali, in osservanza dei principi di cui agli articoli 23, 53 e 119 della Costituzione, dei principi generali dell’ordinamento tributario nonché nel rispetto dell'equilibrio dei relativi bilanci, e con particolare riguardo a crediti di difficile esigibilità, “possono introdurre autonomamente, con le forme previste dalla legislazione vigente per l'adozione dei propri atti destinati a disciplinare tributi di loro spettanza, tipologie di definizione agevolata che prevedono l'esclusione o la riduzione degli interessi o anche delle sanzioni, per le ipotesi in cui, entro un termine appositamente fissato da ciascun ente, non inferiore a sessanta giorni dalla data di pubblicazione dell'atto nel proprio sito internet istituzionale, i contribuenti adempiano ad obblighi tributari precedentemente in tutto o in parte non adempiuti”.
In particolare, al fine di promuovere il versamento spontaneo dei tributi, la bozza di decreto regolamenta la possibilità per gli enti locali di introdurre, mediante regolamento, una riduzione del 5% delle entrate locali, fino a un massimo di 1.000 euro, a favore dei debitori che autorizzano l’addebito diretto sul conto corrente per il pagamento dei tributi.
In questo modo l’ente locale si garantisce l’entrata del tributo in tempi molto stretti e, al contempo, concede al cittadino (il quale, tra l’altro, in questo modo non deve neanche occuparsi fisicamente del pagamento, visto che viene prelevato in automatico) uno sconto sul dovuto.
Possono essere oggetto di definizione agevolata i tributi che sono disciplinati e gestiti dagli enti territoriali, con esclusione dell’imposta regionale sulle attività produttive, delle compartecipazioni e delle addizionali a tributi erariali.
Di contro, si consentirà ad ogni Comune di agire direttamente nei confronti dei contribuenti che non sono in regola con i pagamenti. È, in particolare, prevista la riduzione da 180 a 60 giorni dei termini per le azioni esecutive nei casi in cui un cittadino non paga l'Imu, la Tari o gli altri tributi degli enti territoriali.
Sono previste anche novità in tema di semplificazioni negli adempimenti dell'Imu: ci sarà un unico modello da presentare telematicamente, con integrazione anche del modello relativo alla presentazione delle eventuali domande per gli immobili occupati abusivamente.
Cambierà invece il regime sanzionatorio?
Sì, le modifiche riguardano anche il sistema sanzionatorio dell'Imu che diventa più equo. Il nuovo sistema di sanzioni prevede:
- una sanzione, in misura fissa, pari al 100% del tributo non versato per omessa dichiarazione (Imu, Tari e imposta di soggiorno), con un minimo di 50 euro. Attualmente, si ricorda, l'omessa dichiarazione è sanzionata dal 100% al 200%;
- una sanzione, in misura fissa, pari al 40% del tributo non versato in caso di dichiarazione infedele. Allo stato è, invece, prevista una sanzione variabile dal 50% al 100%.
Vai alla Fonte [mc4wp_form id="5878"]