Pubblicato il: 29/12/2024
Il citato decreto MEF – si rammenta – ha previsto una drastica riduzione delle aliquote disponibili, portandole da 250.000 a 128.
Questo taglio mira a semplificare il complesso sistema di tassazione locale e a uniformare le regole che, fino ad oggi, hanno consentito ai Comuni di introdurre numerose variazioni nelle aliquote IMU grazie all’autonomia tributaria.
A partire dal gennaio 2025, i Comuni italiani saranno, dunque, obbligati a uniformarsi alle nuove disposizioni. Per i Comuni che non si adeguano entro gennaio 2025, il decreto prevede una aliquota standard e una perdita di gettito stimata attorno ai 4,2 miliardi di euro.
Le 128 categorie individuate nel decreto comprendono un'ampia gamma di immobili, suddivisi per destinazione d'uso, tra cui:
- immobili residenziali, come abitazioni principali, seconde case, case vacanze e immobili di lusso;
- immobili commerciali, quali negozi, uffici e capannoni;
- immobili per la produzione di energia, come centrali elettriche e impianti fotovoltaici, regolati da specifiche normative IMU;
- immobili destinati a scopi pubblici e sociali, come scuole, ospedali, edifici comunali e strutture sanitarie.
Le amministrazioni locali potranno variare le aliquote solo all'interno di queste categorie, mantenendo comunque un margine di flessibilità per specifici casi previsti dalla normativa.
I Comuni, a partire dal 2025, dovranno redigere una delibera di approvazione delle aliquote dell’IMU tramite l’elaborazione del Prospetto, utilizzando una specifica applicazione informatica fornita dal MEF. Questo prospetto servirà a stabilire le nuove aliquote in linea con le categorie immobiliari previste.
Il nuovo sistema IMU semplificato rappresenta un grande passo verso la riduzione delle complessità amministrative per cittadini e amministrazioni. Grazie alla riduzione delle tipologie immobiliari e all'obbligo di uniformarsi alle nuove aliquote, la gestione dell'imposta sarà più efficiente, evitando le distorsioni attualmente esistenti tra le diverse aree geografiche. I cittadini potranno così contare su una normativa più chiara e accessibile, mentre i Comuni saranno incentivati a rispettare le scadenze e le nuove regole per evitare pesanti sanzioni.
Per pagare l'IMU, oggi, è necessario avere una buona conoscenza della normativa vigente o rivolgersi a un professionista del settore. Questo perché il pagamento richiede la compilazione del modello F24, con l'inserimento del codice tributo corretto e del codice dell'ente che effettua la riscossione.
A partire dal 2025, tutti i pagamenti fiscali dovrebbero essere gestiti tramite una piattaforma digitale unica, gestita dall'Agenzia delle Entrate. Questa piattaforma garantirà:
- tracciabilità dei pagamenti, poiché tutte le transazioni saranno registrate digitalmente, evitando il rischio di frodi e di smarrimento delle ricevute;
- semplificazione, permettendo di pagare l'IMU con pochi click e senza preoccuparsi di errori nei calcoli o di inserire codici tributo sbagliati;
- meno errori, in quanto sarà il sistema stesso a calcolare gli importi dovuti, basandosi sui dati catastali e sulle aliquote stabilite dal Comune in cui si trova l'immobile.
Anche l'avviso di pagamento, che attualmente deve essere ricordato autonomamente dal contribuente, potrebbe essere digitalizzato e inviato tramite e-mail o SMS per ricordare la scadenza.
L'introduzione di questo nuovo sistema di riscossione eliminerà la necessità di compilare il modello F24 e offrirà, probabilmente, anche la possibilità di rateizzare il pagamento direttamente sulla piattaforma.
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