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Lavoratori, ecco come puoi aumentare la busta paga in modo legale: chi può aderire, come fare e le cifre aggiornate

Pubblicato il: 14/05/2025

Sai davvero cosa incide sul tuo stipendio netto? Una parte della tua retribuzione mensile sparisce prima ancora di arrivare sul conto. Ma perché succede e, soprattutto, è possibile pagare meno tasse in modo legale? In questo articolo vedremo come funzionano le trattenute fiscali e previdenziali e cosa fare per aumentare – in modo legale, appunto – l’importo in busta paga, grazie alle detrazioni.
Lo stipendio che ricevi sul conto corrente è, infatti, il risultato di un calcolo ben preciso: una parte della retribuzione lorda viene trattenuta dal datore di lavoro per coprire imposte e contributi obbligatori. Si tratta di una procedura automatica, regolata dalla normativa fiscale e previdenziale, che coinvolge tutti i lavoratori dipendenti.

Perché lo stipendio lordo è più alto del netto?
Il tuo datore di lavoro agisce come “sostituto d’imposta”: trattiene direttamente dalla busta paga le somme dovute al fisco e agli enti previdenziali e le versa per tuo conto. In pratica, non sei tu a pagare direttamente le tasse, ma lo fa l’azienda per te. Questo meccanismo spiega la differenza tra lo stipendio lordo (quello indicato nel contratto) e quello netto (che effettivamente ricevi sul conto).

Le trattenute fiscali e previdenziali: cosa comprendono
Le voci che “riducono” l’importo della busta paga includono sia imposte sia contributi. Ecco cosa viene prelevato ogni mese:

  • contributi Inps: destinati a finanziare la tua futura pensione;
  • Irpef: l’imposta sul reddito delle persone fisiche;
  • addizionali regionali e comunali: variano in base al territorio di residenza;
  • contributi Inail: relativi alla copertura contro gli infortuni sul lavoro.
Le nuove aliquote Irpef in vigore dal 2024
Dal 2024, il sistema fiscale italiano ha subito una semplificazione: le aliquote Irpef, infatti, sono state ridotte da quattro a tre.
Ma cos’è l’Irpef? L’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef, appunto) è l’imposta dovuta dalle persone fisiche per il possesso dei seguenti redditi:
  • fondiari (fabbricati e terreni);
  • di capitale;
  • di lavoro dipendente (compresi i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e i redditi di pensione) e di lavoro autonomo;
  • di impresa.
In particolare, a seguito della modifica (divenuta strutturale con la Legge di Bilancio 2025), le aliquote sono:
  • 23% per redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
  • 43% per redditi superiori a 50.000 euro.
Più alto è il tuo reddito, maggiore sarà l’imposta che pagherai. A queste aliquote si aggiungono, come detto, le addizionali locali che dipendono da Regione e Comune.

Contributi previdenziali: quanto pesano sullo stipendio
Anche i contributi pensionistici incidono sulla retribuzione netta. L’aliquota applicata dipende dal tipo di contratto e dal settore di appartenenza. Di norma, la quota a carico del lavoratore oscilla tra il 5,84% e il 9,49%. Il resto viene versato dall’azienda.

Come ottenere uno stipendio più alto in modo legale
Un modo per aumentare il netto in busta paga è attraverso le detrazioni fiscali. Per beneficiarne, è necessario presentare la dichiarazione dei redditi, indicando tutte le entrate percepite nel corso dell’anno precedente. Questo può essere fatto con il modello 730/2025 oppure tramite il modello Redditi PF. La procedura può essere completata online sul sito dell’Agenzia delle Entrate o con l’assistenza di un CAF o un professionista abilitato.

A quanto ammontano le detrazioni per i lavoratori dipendenti
Le detrazioni fiscali non riducono il reddito imponibile, ma agiscono direttamente sull’imposta da pagare. Secondo le novità introdotte dal d.lgs. 216/2023, l’importo delle detrazioni è inversamente proporzionale al reddito, fino a un massimo di 50.000 euro annui. Superata questa soglia, il beneficio si azzera.
Ecco uno schema semplificato:

  • fino a 15.000 euro: la detrazione fissa è di 1.955 euro. L’importo minimo garantito è di 690 euro (o 1.380 euro per i contratti a tempo determinato);
  • tra 15.000 e 28.000 euro: la detrazione parte da 1.910 euro e si riduce progressivamente all’aumentare del reddito;
  • tra 28.000 e 50.000 euro: la detrazione si abbassa ulteriormente fino ad azzerarsi al raggiungimento dei 50.000 euro di reddito annuo;
  • oltre 50.000 euro: nessuna detrazione prevista.
Per i redditi tra 25.000 e 35.000 euro è previsto un incremento fisso di 65 euro sulla detrazione spettante.

Chi può accedere alle detrazioni fiscali?
Possono richiedere le detrazioni i contribuenti che nel 2024 hanno percepito:

  • redditi da lavoro dipendente;
  • compensi in qualità di soci di cooperative;
  • indennità pagate da terzi durante l’attività lavorativa;
  • borse di studio, assegni o premi per studio e formazione;
  • stipendi di sacerdoti;
  • somme ricevute per incarichi come amministratore, sindaco o revisore;
  • assegni previdenziali.

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