Pubblicato il: 25/04/2025
Il contratto, che riguarda il triennio 2022-2024 e definisce i nuovi trattamenti economici e normativi per il personale militare, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 91 del 18 aprile 2025.
Fra le novità più significative si rilevano gli aumenti stipendiali: l’incremento mensile minimo è di circa 100 euro, mentre il massimo arriva a 120 euro, a seconda del grado e dell’anzianità. L’aumento medio si attesta, invece, intorno ai 110 euro mensili.
Va evidenziato come il cambiamento, che si declina in un aumento economico effettivo nelle buste paga, non vada a modificare le tabelle stipendiali, in quanto interviene sul coefficiente base. Ciò significa che l’adeguamento interessa la massa salariale, con ripercussioni anche sulla pensione futura, dato che molti calcoli previdenziali si basano proprio sulla retribuzione lorda raggiunta durante il servizio attivo.
Il nuovo contratto prevede anche il riconoscimento degli arretrati relativi all’anno 2024 e ai primi mesi del 2025. Questi importi aggiuntivi saranno corrisposti tramite un cedolino straordinario che verrà emesso nel mese di maggio, subito dopo l’emissione dello stipendio ordinario.
Gli arretrati, in media di circa 1.250 euro, coprono, quindi, il periodo contrattuale fino alla data di entrata in vigore del decreto, ovvero il 3 maggio, mentre il cedolino straordinario rappresenta un meccanismo che consente di separare questo pagamento dagli stipendi di routine, permettendo così una più semplice gestione amministrativa e rendendo più chiara la distinzione tra pagamenti ordinari e arretrati.
Gli arretrati saranno calcolati tenendo conto delle somme già erogate in passato, come l’indennità di vacanza contrattuale pari allo 0,5% dello stipendio e l’anticipo ricevuto per il rinnovo contrattuale, che ammonta al 3,35%. Questo significa che gli importi riconosciuti a titolo di arretrato verranno decurtati di queste cifre per evitare duplicazioni.
Per il personale impiegato in attività caratterizzate da elevata responsabilità e rischio, come gli equipaggi di volo e gli sperimentatori, è previsto un incremento dell’indennità fino al 155%. Analogamente, gli operatori subacquei, impegnati in missioni in ambienti ostili e ad alto tasso di pericolosità, beneficiano di aumenti significativi delle indennità di rischio.
Tali adeguamenti economici mirano a riconoscere la specificità e la complessità dei compiti assegnati, nonché il grado di esposizione al pericolo.
Il decreto prevede, altresì, un rialzo consistente delle indennità per operatori nel comparto cyber, ovvero quelle figure che si occupano della sicurezza informatica nel campo militare. Per loro, il valore base dell’indennità operativa passa al 55%.
Va anche detto che il contratto è stato accolto con riserve da parte delle sigle sindacali rappresentative dei comparti. E questo perché, nonostante gli aumenti, non è stata comunque adeguatamente compensata la perdita di potere d’acquisto causata dall’inflazione: nel solo 2023 l’ISTAT ha registrato un incremento del +17%, ben superiore, dunque, agli aumenti riconosciuti.
Inoltre, non sono state definite alcune questioni critiche, come quella relativa alle indennità accessorie e il miglioramento delle condizioni di lavoro.
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