Pubblicato il: 28/08/2025
Tuttavia, proprio in questo periodo, l'Esecutivo sta valutando come detassare gli straordinari e le attività lavorative svolte nei giorni festivi e nelle ore notturne, ossia le entrate variabili in busta paga. L'obiettivo è incrementare il netto dei lavoratori del settore privato, grazie a una flat tax nuova di zecca, un'imposta sostitutiva con un'aliquota speciale meno onerosa di quella dell'Irpef ordinaria, che potrebbe trovare spazio nel fitto apparato normativo della prossima manovra. Il meccanismo di riferimento sarebbe il taglio fiscale sui premi di produttività che, insieme a un'imposta sostitutiva pari al 5%, prevede altresì un tetto all'ammontare detassato e un limite al reddito del dipendente che può avvalersi dello sconto fiscale. Vincoli come questi mirerebbero a salvaguardare la fattibilità della flat tax.
Tale nuova tassazione agevolata troverebbe nelle banche le risorse ai fini della necessaria copertura finanziaria. A ben vedere, infatti, il rischio è quello di imbattersi in una coperta corta, dato che sul tavolo della prossima legge di Bilancio ci sono anche altre iniziative onerose per le casse dello Stato, pur volute dalla maggioranza, come ad esempio la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali e il taglio dell'Irpef per la classe media. La finalità di fondo è istituire la citata detassazione per straordinari, festivi e lavoro notturno concentrandola sui redditi medio-bassi, rendendo il lavoro extra economicamente più conveniente per i dipendenti delle aziende.
Non è finita qui. In questo periodo il Governo sta lavorando anche a una misura parallela, atta a proteggere il potere d'acquisto delle famiglie. Oggi moltissimi lavoratori stanno subendo ritardi nei rinnovi dei contratti collettivi, perdendo così il tempestivo accesso agli adeguamenti delle buste paga legate all'inflazione. Per questo l'Esecutivo intenderebbe introdurre un meccanismo di adeguamento automatico dei salari all'evoluzione dell'inflazione, per tutti i Ccnl scaduti da oltre un biennio. Tecnicamente parlando, dal mese di luglio di ciascun anno e fino al rinnovo, le buste paga sarebbero agganciate alla variazione dell'indice statistico Ipca, calcolato annualmente dall'Istat e avente lo scopo di misurare il costo della vita e monitorare l'andamento dei prezzi dei beni e servizi acquistati dalle famiglie.
Un'altra distinta misura, che sta trovando spazio nel cantiere dei lavori in vista della prossima manovra, è il taglio delle tasse per premiare le aziende che arrivano al rinnovo del contratto collettivo entro sei mesi dalla sua scadenza. Le ipotesi al vaglio sono diverse. Potrebbero essere dimezzate le imposte sugli incrementi di stipendio per un periodo di tre anni. Oppure, in alternativa, l'Irpef sarebbe ridotta al 5% per un triennio e proprio su quegli aumenti di salario.
Concludendo, si tratta di proposte di sicuro interesse per milioni di lavoratori, ma la questione di fondo sta nel reperimento dei relativi finanziamenti. Fonti di Governo indicano che le risorse potrebbero essere trovate negli istituti di credito, a seguito di un costruttivo confronto che eviti le scintille sul tema della tassa sugli extraprofitti, avutesi qualche anno fa. Ecco perché, a breve, l'Esecutivo vuole incontrare i vertici dell'Associazione Bancaria Italiana (Abi), al fine di stabilire un contributo delle banche su questo tipo di iniziative, che mirano ad aiutare le famiglie a far quadrare i bilanci mensili.
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