Pubblicato il: 03/05/2025
L'iniziativa – in realtà – non è fine a se stessa, ma si inserisce nel più ampio Piano Casa di Confindustria, ideato per favorire l'abitare sostenibile dei lavoratori pendolari o stagionali e dare una risposta concreta al problema del disallineamento, in numerose aree del Paese, tra i costi di affitto o di acquisto e il livello di produttività del lavoro e, dunque, l'importo dei salari medi.
Oggi, soprattutto nelle località balneari o montane più rinomate, trovare una casa a prezzi accessibili a un lavoratore del turismo, specialmente se stagionale, è diventato difficile. A ciò si abbina il problema della mancanza di manodopera, lamentato da ristoratori e albergatori e segnalato recentemente agli Stati Generali di Federturismo Confindustria: l'offerta di lavoro non manca, ma i giovani – e meno giovani – che rifiutano un contratto a termine, con turni lunghi e stipendi ritenuti non proporzionati ai propri costi mensili per bollette, affitto, trasporti o generi di prima necessità, rappresentano un forte freno all'espansione di un comparto che sta vivendo un ottimo periodo. Con un recente report, Enit rivela che, nella primavera di quest'anno, il turismo italiano sta migliorando ancora il suo trend già positivo, spinto soprattutto dalla domanda turistica proveniente da Germania e Gran Bretagna.
Il paradosso è che la mancanza di personale limita, però, la capacità di accogliere nuovi clienti, riduce i servizi offerti e frena la crescita anche in alta stagione. Ben si comprende, allora, la soluzione di combattere il carovita con soluzioni abitative a costo zero o fortemente ribassato e, quindi, accessibili anche ai lavoratori stagionali. Il citato bando del Ministero contribuirebbe, peraltro, a rendere durevole e “strutturale” la crescita del turismo, comparto strategico per l'economia italiana.
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