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Legge 104, cambiamenti in vista per i permessi, sarà più difficile gestirli e aumenteranno i controlli: ecco le modifiche

Pubblicato il: 14/01/2025

La Legge n. 104 del 1992 tutela i disabili, garantendo varie agevolazioni. Tra questi benefici ci sono sicuramente i permessi 104. Si tratta di permessi lavorativi retribuiti, di cui possono godere il lavoratore disabile grave o il lavoratore con familiari disabili gravi: riposi di due ore o di un’ora al giorno (a seconda se l’orario di lavoro sia o meno di almeno di sei ore giornaliere), oppure riposi di tre giorni al mese, continuativi o anche frazionati.

Per ottenere i permessi lavorativi 104, occorre presentare telematicamente la domanda all’INPS, allegando le previste dichiarazioni di responsabilità (il richiedente dovrà comunicare eventuali modifiche delle notizie, o delle situazioni autocertificate nella domanda, entro trenta giorni dal cambiamento). La domanda ha validità dalla sua presentazione.

Più nel dettaglio, per poter beneficiare dei permessi 104 bisogna essere lavoratori dipendenti in situazione di disabilità grave ai sensi dell’art. 3 L. 104/1992.
Il comma 1 dell’art. 3 citato stabilisce che lo stato di disabilità è riconosciuto a coloro che hanno una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabile o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione sul posto di lavoro.
Il comma 3 precisa, poi, che la situazione assume carattere di gravità se la minorazione ha ridotto l’autonomia personale del soggetto in relazione alla sua età, rendendo così necessaria un’assistenza permanente.

I permessi 104 possono anche essere revocati dalle Commissioni mediche della ASL. Le stesse, infatti, sono chiamate ad effettuare una revisione del riconoscimento della disabilità in condizioni di gravità, attraverso verifiche periodiche o straordinarie. Tale revisione può portare a stabilire che non sussistano più le condizioni di gravità che giustificano il riconoscimento dei permessi.

La normativa appena descritta, tuttavia, potrebbe essere a breve modificata e le regole per l’ottenimento dei permessi potrebbero divenire molto più restrittive. Se la proposta di modifica alla Legge 104 dovesse essere approvata, ci sarebbero delle implicazioni significative per i lavoratori.

Ecco cosa potrebbe cambiare:

  1. Frazionamento dei permessi. Attualmente, i permessi possono essere frazionati in ore ma, con le modifiche proposte, i permessi verrebbero concessi solo per intere giornate. Questo potrebbe rendere più difficile – per i lavoratori disabili e i caregivers – organizzarsi in base alle necessità quotidiane, in quanto sarebbero obbligati a prendere intere giornate di permesso o, in alternativa, a rinunciare al beneficio.
  2. Programmazione anticipata. Con l'introduzione di un obbligo di programmazione mensile, i lavoratori potrebbero essere costretti a pianificare i permessi con largo anticipo, senza la possibilità di adattarsi rapidamente a situazioni impreviste. Questo potrebbe causare stress e disagi, soprattutto se emergono necessità urgenti di cura.
  3. Verifica e controllo. I datori di lavoro si troverebbero a dover gestire in modo più complesso le richieste per i permessi, con un impegno maggiore per l’accertamento delle istanze. Inoltre, potrebbero essere obbligati a implementare procedure interne più rigorose per monitorare l'uso corretto dei permessi e prevenire abusi, il che comporterebbe un aumento delle risorse necessarie, sia in termini di tempo che di personale, soprattutto nel settore delle risorse umane.
  4. Implicazioni per i lavoratori e per la qualità della vita. Le modifiche potrebbero avere un impatto negativo sulla qualità della vita di lavoratori disabili e caregivers, che potrebbero trovarsi di fronte a una scelta difficile tra il lavoro e l’assistenza necessaria. L’introduzione di regole più severe e la necessità di pianificare con largo anticipo l’utilizzo dei permessi potrebbero aumentare lo stress per i lavoratori, già impegnati a gestire situazioni familiari delicate. La possibilità di perdere i permessi non utilizzati entro un certo periodo potrebbe forzare i lavoratori a prendere decisioni affrettate riguardo alla gestione delle proprie esigenze familiari e lavorative.

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