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Legge 104, in arrivo fino a 1.200 euro a trimestre per i caregiver, ma solo se rispettano alcuni requisiti: ecco quali

Pubblicato il: 20/11/2025

Con il termine «caregiver familiare» si designa colui o colei che si prende cura di una persona cara in condizioni di non autosufficienza. Ci sono situazioni in cui questa funzione di aiuto assume connotati di impegno tali da rendere necessarie ed opportune misure di adattamento personalizzate, a favore di chi si trova, appunto, nella condizione di dover assistere una persona con cui si hanno legami affettivi o di parentela, quale che sia la loro età, perché affette da patologie invalidanti, anche croniche o degenerative.

Il concetto di soluzione/accomodamento ragionevole – si rammenta – trova fondamento nell'articolo 2 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Si tratta di quelle modifiche o adattamenti necessari, appropriati e non eccessivamente onerosi, adottati nei singoli casi per consentire alle persone con disabilità il pieno godimento dei propri diritti su base di uguaglianza.

In Italia, il Decreto Legislativo n. 62/2024 rappresenta un tassello fondamentale per l'attuazione di questi principi. Il decreto mira a rimuovere gli ostacoli che impediscono l'esercizio effettivo dei diritti civili e sociali da parte delle persone con disabilità, anche attraverso il riconoscimento di accomodamenti ragionevoli per i contesti lavorativi.

In particolare, l'art. 5 bis della L. n. 104 del 1992, introdotto dallo stesso decreto, definisce l'accomodamento come l'insieme di misure necessarie, pertinenti, appropriate e adeguate, da valutare rispetto all'entità della tutela richiesta, al contesto specifico e alle risorse disponibili.

Al riguardo la Ministra per le disabilità Alessandra Locatelli ha riconosciuto la necessità di un riconoscimento giuridico dei caregiver familiari, in particolare conviventi: “Abbiamo il dovere di dare risposte a tutte quelle persone che amano e che curano i propri cari, e che non vogliono essere sostituite, ma tutelate e sostenute adeguatamente nel loro compito. È arrivato il momento di dare una cornice normativa al ruolo di caregiver familiare, e un adeguato riconoscimento in particolare al caregiver familiare convivente”.

Il nuovo disegno di legge, prossimo all’approvazione in Consiglio dei ministri e poi destinato al percorso parlamentare, introduce un sistema di tutele graduato in base al livello di impegno assistenziale. Sono previste quattro categorie:

  • caregiver prevalente convivente con una persona in condizione di non autosufficienza e con un carico assistenziale uguale o superiore a 91 ore settimanali;
  • caregiver convivente con un carico assistenziale compreso tra 30 e 91 ore settimanali di assistenza;
  • caregiver non convivente con almeno 30 ore settimanali di attività di cura;
  • caregiver con carico ridotto (convivente o non convivente) con carico di cura compreso tra 10 e 30 ore settimanali.
Una delle novità principali è l’introduzione di un contributo economico – per la prima applicazione, decorrente dal 2027, l’importo sarà fino a 1.200 euro a trimestrericonosciuto solo alla categoria del “caregiver prevalente convivente” e a precise condizioni:
  • il caregiver non deve svolgere attività lavorativa, oppure deve percepire redditi da lavoro non superiori a 3.000 euro lordi annui;
  • l’ ISEE non supera 15.000 euro.


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