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L’iPhone e i prodotti Apple non sono più a norma per l’Ue, Apple dovrà garantire l’interoperabilità: ecco cosa cambia

Pubblicato il: 24/03/2025

Brutte notizie per Apple. L’azienda di Cupertino, infatti, dovrà fare i conti con due nuovi provvedimenti introdotti dall’Unione Europea, che la obbligano a conformarsi ai principi di interoperabilità stabiliti dal Digital Markets Act. Il colosso tecnologico, noto per il suo ecosistema chiuso e altamente integrato, dovrà adeguarsi a un nuovo scenario in cui i suoi dispositivi non potranno più operare in modo indipendente dagli altri. L’obiettivo è eliminare le restrizioni che, finora, hanno limitato l’interazione tra l'Iphone, tutti i prodotti Apple e quelli di altre aziende.
La reazione di Apple è stata tutt’altro che positiva: l’azienda ha apertamente criticato l’iniziativa europea e, nelle ultime settimane, ha rallentato il rilascio di alcune funzionalità in Europa, una mossa che suona come un segnale di protesta nei confronti della normativa.

L’obbligo di rendere compatibili i dispositivi
Le disposizioni europee mirano a garantire che i diversi ecosistemi tecnologici possano comunicare tra loro senza ostacoli. Infatti, i dispositivi facenti parte del sistema Apple risultano totalmente incompatibili con i dispositivi di altre aziende.
In base alla regolamentazione, Apple sarà costretta a garantire agli utenti la stessa esperienza d’uso sia all’interno del proprio ambiente digitale, sia in combinazione con prodotti di aziende concorrenti.
Un caso emblematico è rappresentato da AirDrop, la funzione che permette il trasferimento rapido di file tra soli dispositivi Apple. Con le nuove regole, la società sarà tenuta a sviluppare un sistema simile che funzioni anche con smartphone Android, PC Windows e altre piattaforme.
L’intenzione dell’UE è chiara: consentire ai consumatori di scegliere liberamente quali dispositivi acquistare, senza essere vincolati a un unico ecosistema. Questo intervento, inoltre, punta a ridimensionare il potere delle grandi aziende tecnologiche statunitensi, limitando la loro capacità di controllare il mercato digitale europeo.

Digital Markets Act: il ruolo dei colossi tecnologici
Apple sarà dunque obbligata a rispettare i principi enunciati nel Digital Markets Act, ossia la normativa con cui l’Unione Europea ha ridefinito le dinamiche del settore digitale e che introduce il concetto di “gatekeeper”. In particolare, i gatekeepers sono soggetti che dominano il mercato e stabiliscono le regole di accesso per le altre aziende, influenzando la compatibilità tra dispositivi e servizi.
A maggio 2024, l’UE ha ufficialmente designato come gatekeeper sei colossi della tecnologia:

  • Alphabet, la società madre di Google, che controlla Android, YouTube e Chrome;
  • Amazon, che detiene anche Twitch;
  • Apple, il gigante dell’ecosistema iOS e macOS;
  • ByteDance, proprietaria di TikTok;
  • Meta, che gestisce Facebook, Instagram e WhatsApp;
  • Microsoft, sviluppatrice di Windows e LinkedIn.
In particolare, queste aziende esercitano la loro influenza tramite il controllo degli stores digitali: Apple e Google, con l’App Store e il Play Store, impongono condizioni rigorose agli sviluppatori, stabilendo chi può vendere le proprie applicazioni e a quali condizioni economiche.
Negli Stati Uniti, Epic Games – il creatore di Fortnite – ha avviato una battaglia legale contro Apple e Google, accusandole di obbligare gli sviluppatori a utilizzare esclusivamente i loro sistemi di pagamento interni, limitando così la concorrenza.

Il dissenso di Apple
Apple non ha nascosto il proprio malcontento di fronte alle imposizioni dell’UE. In una dichiarazione ufficiale, l’azienda ha espresso forti riserve sulle nuove normative, sostenendo che potrebbero ostacolare l’innovazione e compromettere la sicurezza dei dispositivi. Di seguito quanto dichiarato dall’azienda: “Le decisioni di oggi ci avvolgono nella burocrazia, rallentando la capacità di Apple di innovare per gli utenti in Europa e costringendoci a cedere gratuitamente le nostre nuove funzionalità ad aziende che non devono rispettare le stesse regole. È un male per i nostri prodotti e per i nostri utenti europei. Continueremo a lavorare con la Commissione europea per aiutarla a comprendere le nostre preoccupazioni a nome dei nostri utenti”.


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