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Maltrattamento animali, da oggi si rischia una multa salatissima e fino a 4 anni di reclusione: approvata la nuova legge

Pubblicato il: 03/06/2025

Adesso chi maltratta un animale potrà essere condannato fino a 2 anni di reclusione, senza possibilità di pene pecuniarie alternative. Il titolo IX-bis del codice penale viene rinominato: non si intitolerà più "Dei delitti contro il sentimento dell’uomo per gli animali", ma "Dei delitti contro gli animali". Un cambiamento che non è solo formale: serve a sottolineare – come è stato rimarcato dalle forze politiche di maggioranza – che gli animali vengono, così, messi "al centro delle tutele giuridiche, riconoscendo i loro diritti in modo indipendente dal nostro modo di percepirli".

Fra le novità emerge quella relativa al divieto di tenere il cane alla catena, finora previsto solo da alcune leggi regionali, ma adesso introdotto a livello nazionale e sorretto da adeguate sanzioni (da 500 a 5mila euro). Viene vietato anche l’uso commerciale di pellicce di gatto domestico. Inoltre, le nuove norme vietano l’abbattimento degli animali coinvolti nei reati: questi dovranno essere custoditi fino al termine del processo.

Di seguito un riepilogo schematico del nuovo quadro sanzionatorio:

  • detenzione incompatibile: vengono aumentate anche le multe per chi tiene animali in condizioni non compatibili con la loro natura o in stato di grave sofferenza: da un minimo di 5.000 euro a un massimo di 10.000 euro;
  • uccisione di animali: viene introdotta una doppia soglia di pena. Chi uccide un animale senza necessità rischia da 6 mesi a 3 anni di carcere e una multa da 5.000 a 30.000 euro. Nei casi più gravi, come l’uccisione dell’animale con sevizie o sofferenze prolungate, la pena potrà salire fino a 4 anni di carcere e 60.000 euro di multa. Le pene aumentano di un terzo se i fatti sono commessi alla presenza di minori, nei confronti di più animali o se vengono diffusi online;
  • maltrattamenti: chi provoca sofferenze o lesioni a un animale può essere condannato fino a 2 anni di carcere, anche se le lesioni non sono gravi. La sanzione minima è di 6 mesi;
  • danneggiamento o uccisione di animali altrui: chi uccide più di tre animali raccolti in gregge o mandria, oppure animali bovini o equini anche se isolati, rischia da 1 a 4 anni di reclusione;
  • combattimenti tra animali: aumentano le pene detentive, con la reclusione portata da 1–3 anni a 2–4 anni. È punito non solo chi organizza, ma anche chi partecipa attivamente o favorisce i combattimenti, anche con semplici compiti logistici;
  • spettacoli e manifestazioni vietate: chi organizza o partecipa a eventi che comportano sevizie o strazio per gli animali rischia ora multe molto più alte, da 15.000 a 30.000 euro, rispetto al precedente limite massimo di 15.000 euro.

È, inoltre, introdotto l’articolo 260-bis nell'ordito del codice di procedura penale, che riconosce un ruolo attivo alle associazioni animaliste: le medesime potranno chiedere il riesame del sequestro per garantire il benessere degli animali e ottenere l’affido definitivo dietro cauzione. "Grazie a questa riforma gli animali saranno direttamente oggetto di tutela, una rivoluzione rispetto all’attuale sistema normativo ordinario. Si tratta di un primo importante passo per adeguare la legislazione italiana all’art. 9 della Costituzione e alla giurisprudenza che si è consolidata nel corso degli anni, con le solidissime conoscenze scientifiche e con i sentimenti ormai diffusi e radicati nei cittadini": questo il commento a caldo delle associazioni Enpa, Legambiente, Leal, Leidaa, Lipu, Lndc Animal Protection, Oipa e Wwf Italia.

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