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Multe non solo per le auto, pioggia di sanzioni dei Comuni per rifiuti, animali, siepi e case sfitte: l’elenco completo

Pubblicato il: 30/07/2025

Che le multe siano una voce di bilancio per le amministrazioni locali non è una novità. Ma, negli ultimi anni, si sta assistendo a un’evoluzione: non si sanziona più solo chi viola il Codice della Strada, ma anche chi ha comportamenti considerati "scorretti" nella vita di tutti i giorni. I Comuni, a corto di fondi, si affidano sempre di più alle sanzioni per far quadrare i conti, trasformando l’ordinaria amministrazione in una potenziale fonte di introiti.
Si moltiplicano così i provvedimenti che colpiscono situazioni di incuria o trascuratezza, spesso minime, ma che possono costare care. Attenzione, quindi, a non considerare "banale" ciò che può invece diventare oggetto di sanzione: si passa dalla gestione del verde privato al modo in cui si porta a spasso il cane. E, in tutto questo, a farne le spese è spesso il cittadino ignaro, che si ritrova con multe salate per “errori” che non pensava nemmeno fossero punibili.
Casa vuota: multe in arrivo per chi non affitta
Un caso che fa discutere arriva da Torino, dove è allo studio un emendamento per punire chi lascia sfitti più di cinque appartamenti. L’idea, già presa a modello da Genova e Milano, è quella di scoraggiare la speculazione immobiliare e spingere i proprietari ad affittare. Ma la misura solleva più di un dubbio: si può davvero multare chi decide di non affittare una casa di sua proprietà?
Il dibattito giuridico è aperto. Secondo alcuni esperti, una sanzione del genere potrebbe scontrarsi con il diritto di proprietà garantito dall’art. 832 del c.c., che riconosce al proprietario il potere di godere e disporre del bene in modo pieno ed esclusivo. Tuttavia, i Comuni sembrano intenzionati a procedere, inserendo le multe all’interno dei nuovi regolamenti edilizi.
Il rischio? Che il cittadino venga "forzato" a comportarsi secondo logiche fiscali più che civili, con l’ennesimo balzello travestito da politica pubblica.
Rifiuti, siepi e pipì del cane: le sanzioni che non ti aspetti
In molte città italiane sono già realtà le sanzioni per comportamenti che, fino a qualche anno fa, venivano al massimo rimproverati verbalmente. A Belluno, ad esempio, non potare le siepi che invadono il marciapiede o non tagliare l’erba incolta può costarti una multa di 200 euro. Le motivazioni ufficiali sono la sicurezza stradale e il decoro urbano, ma resta il sospetto che dietro ci sia l’ennesimo stratagemma per rimpinguare le casse pubbliche.
A Palermo, invece, quindici cittadini sono stati multati per aver buttato i rifiuti fuori dagli orari consentiti. Le multe variano da Comune a Comune, ma si aggirano tra i 25 e i 166 euro. La Polizia Locale è incaricata di fare i controlli, ma spesso sono i vicini stessi a segnalare gli "indisciplinati", trasformando i quartieri in piccoli grandi occhi indiscreti.
E poi c’è il caso di Terni, dove chi porta a spasso il cane deve avere con sé una bottiglietta d’acqua per ripulire la pipì del proprio animale. Le multe, inizialmente fissate a 600 euro, sono state ridimensionate perché superavano il limite dei 500 euro imposto dall’art. 7 bis del T.U.E.L.. Attualmente si va da 80 a 480 euro, con lo scopo dichiarato di ridurre i cattivi odori e migliorare l’igiene urbana, ma anche qui non mancano polemiche.
Come evitare sanzioni inutili
Per non cadere vittima delle cosiddette "multe creative" imposte da alcuni Comuni, è essenziale conoscere bene i regolamenti locali. Ogni città ha le sue ordinanze, spesso poco pubblicizzate, ma che possono diventare fonte di multe salate se ignorate. Il cittadino non può più limitarsi a rispettare il Codice della strada, ma deve informarsi anche su norme comunali che cambiano da quartiere a quartiere.
Controlla periodicamente il sito ufficiale del tuo Comune, leggi i regolamenti sul decoro urbano, la raccolta rifiuti e la gestione degli spazi verdi. Tieni presente che non tutte le multe sono legittime: in caso di sanzione, valuta sempre la possibilità di fare ricorso al Giudice di Pace entro 30 giorni dalla notifica (ai sensi dell’art. 204 bis del Codice della strada. In alternativa, puoi presentare ricorso al Prefetto entro 60 giorni.


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