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Naspi 2025, cambiano le regole della disoccupazione per chi si dimette e per chi è in cassa integrazione: ecco le novità

Pubblicato il: 23/01/2025

Nel 2025, le misure relative agli ammortizzatori sociali e al sostegno al reddito e alle famiglie sono oggetto di importanti aggiornamenti, come evidenziato dalla circolare annuale dell’INPS, che riassume le novità operative introdotte dalla Legge di Bilancio n. 207/2024 e dal Collegato lavoro, legge n. 203/2024. La circolare n. 3 dell’INPS offre un’analisi dettagliata delle principali misure per il 2025, a partire dalla NASpI, l’indennità di disoccupazione.

A partire dal 1° gennaio, la disciplina riguardante la NASpI, l'indennità di disoccupazione, subisce significative modifiche, specialmente per i lavoratori che abbiano presentato dimissioni volontarie e accettato una nuova offerta di lavoro. Secondo le nuove disposizioni, se un lavoratore viene licenziato dalla sua nuova occupazione, avrà diritto alla NASpI solo se ha accumulato almeno 13 settimane di contribuzione presso il nuovo datore di lavoro. In mancanza di questo requisito, il diritto all'indennità di disoccupazione può considerarsi perso.
Questa norma ha un impatto particolare sui lavoratori che, nella speranza di migliorare la propria situazione occupazionale, decidono di dimettersi per accettare un impiego ritenuto migliore, ma che si trovano poi a dover affrontare un licenziamento repentino.

Per avere diritto alla NASpI secondo le nuove regole stabilite dal governo, il lavoratore deve soddisfare i seguenti requisiti:

  • licenziamento o dimissioni per giusta causa: è necessario che il lavoratore sia stato licenziato oppure che si sia dimesso per giusta causa, ossia per motivi validi e giustificati;
  • lavoro nei 4 anni precedenti: il lavoratore deve aver svolto attività lavorativa nei quattro anni precedenti alla richiesta della prestazione;
  • accumulo di almeno 13 settimane di contributi: è essenziale aver maturato almeno 13 settimane di contribuzione presso l'ultimo datore di lavoro, condizione indispensabile per l’accesso alla NASpI.
Tuttavia, sono escluse le dimissioni per giusta causa e le dimissioni durante i periodi tutelati di maternità e paternità.

In aggiunta, il Collegato lavoro ha disposto che i lavoratori che si assentino senza giustificato motivo per un periodo che superi il termine previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) applicabile, o, in mancanza di disposizioni contrattuali, per più di 15 giorni, non avranno diritto alla NASpI. In questo scenario, il datore di lavoro potrà segnalare la situazione all’Ispettorato del Lavoro, il quale avvierà la risoluzione del rapporto di lavoro, portando alla perdita delle tutele previste in caso di licenziamento.

Il Collegato lavoro introduce modifiche anche in materia di cassa integrazione. A partire da gennaio, i lavoratori in cassa integrazione che svolgono un’attività lavorativa, sia come dipendenti sia come autonomi, vedranno sospeso il trattamento di integrazione salariale per le giornate in cui lavorano, indipendentemente dalla durata del contratto di lavoro. Precedentemente, chi lavorava per più di sei mesi perdeva il diritto alla prestazione; ora, invece, il diritto viene mantenuto, ma con una riduzione. Saranno sospesi solo i periodi lavorati, mantenendo comunque l’obbligo di comunicazione all’INPS.

Un'importante novità riguarda il congedo parentale, per il quale la Legge di Bilancio ha previsto un rafforzamento con l'introduzione di un terzo mese indennizzato all’80% della retribuzione. Questa misura si somma a quelle già esistenti, portando a un totale di tre mesi di congedo parentale retribuito all’80%. Nel 2025, i neo-genitori potranno dunque beneficiare di tre mensilità retribuite all’80% (se rispettano le condizioni previste) e delle restanti mensilità a una retribuzione del 30%.
I genitori che terminano il periodo di congedo obbligatorio a partire dal 1° gennaio 2025 avranno diritto a tutti e tre i mesi indennizzati all’80%, mentre coloro che hanno concluso il congedo obbligatorio dopo il 31 dicembre 2023 riceveranno solo due mesi indennizzati all’80%.

Nella circolare dell'INPS del 15 gennaio, sono state anche illustrate altre misure relative agli ammortizzatori sociali e al sostegno al reddito e alle famiglie. Tra le novità del Collegato lavoro, si segnalano:

  • modifiche ai Fondi di solidarietà bilaterali;
  • trattamenti di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti di imprese in aree di crisi industriale complessa;
  • trattamenti straordinari di integrazione salariale per cessazione di attività;
  • proroga dell’integrazione del trattamento di CIGS per i dipendenti del gruppo ILVA;
  • sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti del settore dei call center;
  • interventi straordinari di integrazione salariale per imprese con rilevanza economica strategica;
  • sostegno al reddito per i lavoratori sospesi dal lavoro o impiegati a orario ridotto nelle aziende sequestrate o confiscate;
  • interventi straordinari di integrazione salariale a seguito di accordi di transizione occupazionale.

In conclusione, il 2025 presenta un panorama normativo significativo in materia di ammortizzatori sociali e sostegno al reddito e alle famiglie. La circolare dell'INPS offre una panoramica utile per comprendere come le nuove disposizioni possano impattare su lavoratori e datori di lavoro, sottolineando l'importanza di una continua attenzione alle normative e ai cambiamenti legislativi.

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