Pubblicato il: 16/05/2025
Il quadro epidemiologico sull'obesità infantile, delineato in base ai dati della ricerca coordinata per l'Italia dall'Istituto superiore di Sanità per il 2022, evidenzia che il 18,2% dei ragazzi di 11-17 anni è in sovrappeso, mentre il 4,4% risulta obeso, con dati crescenti rispetto alle precedenti rilevazioni. L'eccesso ponderale diminuisce lievemente con l'età, e risulta maggiore nei maschi e nelle regioni del Mezzogiorno.
L’obesità non è "un mero atteggiamento verso il cibo", ma una malattia cronica, complessa e recidivante, già riconosciuta come tale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che può compromettere gravemente la salute fisica, mentale e sociale di chi ne è colpito.
Numerose, infatti, le complicanze mediche connesse a questa patologia: ipertensione, malattie cardiovascolari, apnea notturna, patologie osteoarticolari, infertilità e persino alcuni tipi di tumore. A queste si aggiungono gravi implicazioni psicologiche: depressione, ansia, isolamento sociale e bassa autostima. L'obesità infantile, in particolare, comporta rischi di diabete di tipo 2, asma, problemi muscolo-scheletrici, nonché di carattere psicologico e sociale, come evidenziato anche nel Piano Nazionale della Prevenzione PNP 2020-2025.
La proposta di legge approvata alla Camera, ora all’esame del Senato, introduce una serie di misure strutturate per la prevenzione, la diagnosi e la cura dell’obesità in Italia. L’articolato normativo rivela un approccio integrato, che va dalla prevenzione precoce all’accesso a cure personalizzate e multidisciplinari, con particolare attenzione all’infanzia e all’adolescenza.
Ecco di seguito un riepilogo schematico degli interventi proposti a livello centrale.
- inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA): l’obesità viene riconosciuta dal nostro legislatore come malattia cronica e le relative prestazioni di cura saranno incluse nei LEA, quindi a carico del Servizio Sanitario Nazionale, garantendo equità di accesso alle cure. Sul punto si ricorda che le malattie croniche, definite dall'OMS come patologie da cui derivano "problemi di salute che richiedono un trattamento continuo durante un periodo di tempo da anni a decadi", causano al paziente condizioni che danno diritto all'esenzione, individuate in base ai criteri dettati dal D. Lgs. 124/1998 (gravità clinica, grado di invalidità e onerosità della quota di partecipazione derivante dal costo del relativo trattamento);
- predisposizione di un piano nazionale triennale nel cui ambito saranno definite le politiche integrate per prevenzione, diagnosi e cura dell’obesità, sia adulta che pediatrica, con campagne di screening e percorsi diagnostico-terapeutici uniformi su tutto il territorio;
- istituzione di centri specialistici distribuiti a livello regionale, collegati a università e centri di ricerca, per la diagnosi e il trattamento dell’obesità, con un approccio multidisciplinare che coinvolge medici, pediatri, specialisti e psicologi;
- promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte a scuole, famiglie e comunità, per favorire corretti stili di vita, alimentazione equilibrata e attività fisica;
- introduzione di programmi obbligatori di educazione alimentare e motoria nelle scuole primarie e secondarie, con attenzione anche alla limitazione delle pubblicità di alimenti poco salutari rivolte ai minori;
- istituzione di un Osservatorio nazionale presso il Ministero della Salute, con compiti di monitoraggio, studio e diffusione di dati epidemiologici e di promozione di stili di vita sani;
- finanziamenti dedicati per sostenere i programmi di prevenzione e cura, con una spesa complessiva di circa 4,2 milioni di euro nel primo triennio.
Le Regioni, a loro volta, sono tenute a predisporre ogni idonea iniziativa diretta a fronteggiare la malattia cronica di interesse sociale dell'obesità. Più in dettaglio, gli interventi devono essere così indirizzati:
- alla prevenzione del sovrappeso e dell'obesità in particolare e delle relative complicanze, nonché al miglioramento della cura delle persone con obesità;
- al sostegno e alla promozione dell'allattamento al seno quale nutrimento necessario a prevenire l'obesità infantile, sostenendone la continuità fino almeno ai sei mesi di età, come indicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, anche nei luoghi di lavoro e negli asili nido, e favorendo la formazione dei professionisti sanitari nell'ambito degli indirizzi definiti dalla Commissione nazionale per la formazione continua;
- alla responsabilizzazione dei genitori nella scelta di un'alimentazione equilibrata per i propri figli e sull'importanza di limitare il consumo giornaliero di alimenti e di bevande con un elevato apporto energetico e con scarse qualità nutrizionali;
- ad agevolare l'inserimento delle persone con obesità nelle attività scolastiche, lavorative e sportivo-ricreative;
- a promuovere, nel rispetto dell'autonomia delle predette istituzioni scolastiche, iniziative didattiche extracurriculari per lo svolgimento di attività sportive ed iniziative volte a rendere consapevoli le studentesse e gli studenti sull'importanza di un corretto stile di vita.
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