Pubblicato il: 01/08/2025
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha infatti pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il 25 luglio 2025, un decreto datato 18 giugno, che cambia le regole: chi non sarà munito di una polizza catastrofale non potrà più accedere a una lunga serie di agevolazioni pubbliche.
L’obiettivo del legislatore è ridurre significativamente l’impatto economico generato dalle calamità naturali, in un Paese – come l’Italia – ove eventi sismici e idrogeologici sono piuttosto frequenti.
Chi è obbligato ad assicurarsi e da quando
Il D.L. 39/2025 fissa scadenze precise, differenziate a seconda della dimensione delle aziende.
Per le grandi imprese era previsto l’obbligo di attivare una polizza entro il 31 marzo 2025. Tuttavia, è stato introdotto un periodo-cuscinetto di 90 giorni, durante il quale le sanzioni non si applicano.
Per le medie imprese l’obbligo scatterà dal 1° ottobre 2025, mentre le micro e piccole imprese avranno tempo fino al 1° gennaio 2026 per mettersi in regola. Dopo queste date, essere sprovvisti di una copertura assicurativa contro i danni da eventi calamitosi significherà non solo esporsi a gravi rischi patrimoniali, ma anche restare fuori dai principali canali di finanziamento pubblico.
Quali incentivi si perdono senza polizza catastrofale
Il decreto MIMIT elenca nel dettaglio tutti i programmi e le agevolazioni che diventeranno inaccessibili per le imprese prive di assicurazione. Si tratta di misure spesso strategiche per lo sviluppo e la sopravvivenza delle attività economiche, in particolare nei settori più innovativi o fragili.
Tra queste troviamo:
- i Contratti di sviluppo per grandi investimenti industriali e turistici;
- gli interventi nelle aree di crisi industriale complessa;
- il Fondo Nuova Marcora per le cooperative;
- il programma Smart&Start per le start-up innovative;
- gli incentivi per la riconversione green nell’economia circolare;
- il Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali;
- i Mini contratti di sviluppo;
- le agevolazioni dedicate all’economia sociale;
- i contributi per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili;
- i finanziamenti pubblici per start-up e gli interventi a supporto del venture capital nella transizione ecologica.
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