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Partite IVA, partono i controlli del Fisco relativi al 2021: ecco tutte le irregolarità nel mirino e cosa devi fare

Pubblicato il: 09/06/2025

Il Fisco torna a farsi sentire con una nuova ondata di lettere di compliance alle partite IVA. A finire sotto la lente dell’Agenzia delle Entrate sono le dichiarazioni fiscali per l’anno 2021, con particolare attenzione agli aiuti di Stato e quelli in regime “de minimis.
Con un provvedimento datato 5 giugno 2025, l’Amministrazione finanziaria annuncia l’avvio di una campagna di controlli che mira a individuare errori, omissioni e irregolarità nella compilazione del prospetto dedicato agli aiuti di Stato nei modelli Redditi, IRAP e 770.
Il punto critico? Una gestione non sempre corretta dell’indicazione degli aiuti ricevuti, che in molti casi ha impedito la loro registrazione nei sistemi informativi pubblici: RNA (Registro Nazionale degli Aiuti di Stato), SIAN (per il settore agricolo) e SIPA (per la pesca e acquacoltura).

Lettere di compliance: chi le riceve e cosa contengono
Le comunicazioni partiranno nei prossimi giorni e raggiungeranno i contribuenti interessati attraverso due canali: il domicilio digitale (cioè la PEC) e il Cassetto Fiscale. All’interno delle lettere si troveranno tutte le informazioni utili per comprendere l’eventuale anomalia: i dati identificativi del contribuente, le dichiarazioni coinvolte, l’elenco degli aiuti dichiarati e non registrati e le istruzioni per risolvere la situazione.

Il nodo del codice 999: come usarlo correttamente
Uno degli aspetti che ha generato più confusione riguarda l’utilizzo del c.d. codice residuale 999, presente nel campo “Codice aiuto” del prospetto “Aiuti di Stato”.
Questo codice residuale dovrebbe essere impiegato solo in casi eccezionali, ovvero quando si tratta di aiuti fiscali automatici che non sono elencati nella tabella ufficiale dell’Agenzia. Tuttavia, in molti casi è stato usato erroneamente, portando a problemi di registrazione e necessità di rettifica.
Se il codice 999 è stato inserito per un aiuto già presente nella tabella codici, è necessario correggere la dichiarazione attraverso una dichiarazione integrativa. Se, invece, si è utilizzato il codice per un’agevolazione concessa da un altro ente o non riconducibile ad aiuto di Stato, occorre valutare con attenzione la sua effettiva necessità nelle prossime dichiarazioni.

Cosa fare se hai ricevuto una lettera dell’Agenzia
Chi si accorge di aver commesso errori nella compilazione delle sezioni dedicate agli aiuti di Stato può mettersi in regola presentando una dichiarazione integrativa, indicando correttamente i dati mancanti o errati (come codice ATECO, Regione, Comune, settore, dimensione d’impresa e tipologia di costi).
Una volta effettuata la correzione, gli aiuti dichiarati saranno registrati correttamente nei sistemi pubblici RNA, SIAN e SIPA, ma solo nell’anno successivo alla presentazione della nuova dichiarazione.
Se, invece, l’agevolazione non è stata registrata per motivi non imputabili ad errori nella dichiarazione (ad esempio perché si è scoperto che non si aveva diritto all’aiuto), il contribuente dovrà restituire quanto ricevuto, maggiorato degli interessi previsti.
In ogni caso, è possibile usufruire del ravvedimento operoso, che permette di sanare la propria posizione versando le sanzioni in misura ridotta. Attenzione, però: le regole da seguire sono quelle in vigore prima delle modifiche introdotte dal D.Lgs. n. 87 del 14 giugno 2024.


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