Pubblicato il: 03/03/2025
Sebbene il nostro sistema previdenziale non preveda una pensione anticipata dedicata esclusivamente a chi è diabetico, il riconoscimento di un’invalidità può consentire l’accesso a prestazioni agevolate, come il pensionamento anticipato, l’Ape sociale o l’incremento contributivo.
Di seguito, riportiamo le principali opzioni previdenziali disponibili per i lavoratori diabetici che soddisfano sia i requisiti sanitari – accertati dalla commissione medica – sia le condizioni normative previste:
- accesso alla pensione anticipata per lavoratori precoci con un’invalidità del 74% o superiore;
- possibilità di usufruire dell’Ape sociale a partire dai 63 anni e 5 mesi, se l’invalidità è almeno del 74%;
- assegno ordinario d’invalidità per chi ha una ridotta capacità lavorativa;
- pensione anticipata per chi presenta un’invalidità pari o superiore all’80%;
- maggiorazione contributiva per invalidità riconosciuta dal 75%;
- pensione per inabilità al lavoro o alle mansioni assegnate;
- trattamenti pensionistici per chi è affetto da inabilità totale e permanente.
Affinché un soggetto diabetico possa beneficiare di agevolazioni previdenziali, è necessaria la valutazione di una commissione medica, che determina il grado di invalidità. Tale condizione consiste in una riduzione della capacità lavorativa o, nel caso di minori, della possibilità di svolgere attività consone all’età.
L’invalidità civile generale consiste nella compromissione della capacità di svolgere qualsiasi lavoro, mentre l’invalidità pensionabile specifica concerne l’incapacità di esercitare una professione compatibile con le esperienze e le competenze acquisite.
L’invalidità non deve essere confusa né con la disabilità, che si riferisce a limitazioni sociali derivanti da menomazioni fisiche, psichiche o sensoriali che ostacolano l’integrazione lavorativa e sociale, né con la non autosufficienza, che implica l’impossibilità di compiere autonomamente le normali attività quotidiane, richiedendo un’assistenza costante.
Percentuali di invalidità riconosciute per il diabete
Il grado di invalidità attribuito ai diabetici dipende dalla tipologia della patologia e dalla gravità delle sue conseguenze. L’INPS stabilisce specifiche percentuali sulla base delle proprie tabelle di riferimento, valutate in sede di richiesta di prestazioni previdenziali.
Ecco le principali classificazioni:
- diabete mellito con complicanze gravi → 91%-100%;
- diabete mellito scompensato con complicanze di grado moderato → 81%-90%;
- diabete mellito in mediocre compenso con complicanze di grado moderato → 71%-80%;
- diabete mellito in buon compenso con complicanze di grado moderato → 61%-70%;
- diabete mellito scompensato con complicanze di grado lieve → 51%-60%;
- diabete mellito in mediocre compenso con complicanze di grado lieve → 41%-50%;
- diabete mellito tipo 2 insulino trattato non complicato scompensato → 31%-40%;
- diabete mellito in buon compenso con complicanze di grado lieve → 21%-30%;
- diabete mellito tipo 1 in mediocre compenso glicemico e/o con complicanze rilevate solo strumentalmente → 11%-20%;
- diabete mellito tipo 2 insulino trattato e diabete mellito tipo 1 non complicato → 6%-10%;
- diabete mellito tipo 2 non complicato → 0%-5%.
Invalidità civile e diabete
Nel contesto dell’invalidità civile, le commissioni mediche attribuiscono percentuali differenti a seconda della condizione clinica. Alcuni esempi:
- diabete insipido renale → 0%-46%;
- diabete mellito tipo 1° o 2° con complicanze micro-macroangiopatiche di grado medio (classe III) → 41%-50%;
- diabete mellito insulino dipendente con mediocre controllo metabolico e iperlipidemia o con crisi ipoglicemiche frequenti (classe III) → 51%-60%;
- diabete mellito con grave nefropatia e/o retinopatia proliferante, maculopatia, emorragie vitreali e/o arteriopatia ostruttiva (classe IV) → 91%-100.
Il riconoscimento dell’invalidità civile, se accompagnato da altri requisiti, consente l’accesso a misure di assistenza economica, come pensione d’invalidità civile o d’inabilità; accesso all’Ape sociale; pensionamento anticipato per lavoratori precoci; maggiorazioni contributive.
Pensione di vecchiaia anticipata e assegno ordinario d’invalidità
I lavoratori privati affetti da diabete con invalidità pensionabile almeno pari all’80% possono accedere alla pensione di vecchiaia anticipata.
Nel 2025, i requisiti richiesti sono:
- età di 61 anni per gli uomini e 56 anni per le donne, con una finestra di attesa di 12 mesi;
- almeno 20 anni di contributi versati;
- possibilità di accedere con 15 anni di contributi in caso di deroghe specifiche, come ad esempio se versati prima del 1992, oppure 25 anni di anzianità contributiva, con minimo 15 anni da lavoro dipendente e 10 anni non continuativi.
Chi ha un’invalidità pari o superiore al 74% può richiedere benefici previdenziali aggiuntivi, come:
- pensione anticipata per lavoratori precoci, con 41 anni di contributi e almeno 12 mesi di versamenti effettuati prima del compimento dei 19 anni;
- Ape sociale, che permette di smettere di lavorare a partire dai 63 anni e 5 mesi con un’anzianità contributiva minima di 30 anni (con riduzioni per le donne con figli).
- pensione d’invalidità civile, erogata se il reddito personale annuo non supera i limiti previsti;
- pensione d’inabilità lavorativa, per chi non è più in grado di svolgere alcuna attività professionale, a condizione di avere almeno cinque anni di contributi, di cui tre negli ultimi cinque;
- maggiorazione contributiva, che consente di ottenere due mesi aggiuntivi di contribuzione figurativa per ogni anno lavorato con invalidità superiore al 74%, fino a un massimo di cinque anni.
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