Pubblicato il: 07/11/2025
L'incentivo per restare al lavoro altro non è che l'attuale versione di quello che – in passato – prese il nome di "bonus Maroni". L'agevolazione ha appena ricevuto conferma (almeno fino al 31 dicembre del prossimo anno) nella bozza di manovra già bollinata dalla Ragioneria Generale dello Stato. La bozza, come è noto, sarà discussa in queste settimane in Parlamento e andrà approvata (con eventuali emendamenti) entro fine anno, per evitare il temuto esercizio provvisorio.
In particolare, nella legge di Bilancio, nell'articolo dedicato all'adeguamento dei requisiti e all'incentivazione al posticipo del pensionamento, si richiama espressamente l'art. 1, comma 161, della legge 207/2024, che aveva già riorganizzato e rafforzato la misura. Ma come funziona in concreto il bonus Giorgetti? Per punti, vediamone – in sintesi – il meccanismo:
- è un'agevolazione economica a favore dei dipendenti pubblici e privati, iscritti all'Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) o a forme sostitutive ed esclusive;
- pur avendo conseguito i requisiti per la pensione anticipata, tali lavoratori scelgono di continuare a lavorare comunque;
- come ricompensa, in busta paga è riversata l'intera quota di contributi previdenziali a loro carico (pari al 9,19% dello stipendio lordo per i lavoratori del privato e all'8,89% per coloro che operano nella P.A.), che altrimenti – e secondo le regole ordinarie previdenziali – andrebbe versata all'ente di previdenza;
- tuttavia, resterà invariata la parte contributiva a carico del datore di lavoro (23,81% circa), che continuerà a essere regolarmente versata all'ente previdenziale;
- l'ammontare esatto del bonus Giorgetti è variabile in base alle regole del Ccnl di riferimento, alle voci retributive e alla base imponibile previdenziale.
Chi si trova nella situazione appena descritta, può perciò decidere di conservare l'occupazione che ha e presentare domanda online all'Inps per attivare l'incentivo, ottenendo l'appena citato vantaggio economico immediato. Potranno usufruirne i dipendenti che maturano i requisiti minimi per la pensione anticipata entro il 31 dicembre del prossimo anno, conservando le stesse condizioni e modalità operative.
Sopra abbiamo detto che la generalità dei lavoratori pubblici e privati può accedere al bonus Giorgetti: tuttavia ci sono anche alcune categorie escluse. In particolare, la legge non prevede l'applicabilità dell'agevolazione ai percettori di pensione diretta (tranne per coloro che ricevono quella d'invalidità) e a coloro che hanno già fatto domanda di pensione all'Inps o ad altro ente previdenziale. E c'è anche un rilevante dettaglio tecnico-pratico da tenere in considerazione, perché le finestre di decorrenza e le regole specifiche dei distinti regimi pensionistici anticipati possono influire sulla concreta chance di richiedere il bonus e sui tempi di versamento in busta paga.
Per aziende e P.A., sul piano dei costi complessivi, il bonus Giorgetti non cambia le carte in tavola. C'è una sorta di neutralità finanziaria in quanto, in sostanza, il datore continua a versare la propria quota contributiva all'Inps (pari al 23,81% circa). In termini tecnici, questo vuol dire che la posizione assicurativa del dipendente continuerà a essere alimentata in relazione alla quota IVS a carico dell'azienda. Mentre la quota del lavoratore – dicevamo – sarà spostata sulla busta paga del beneficiario dell'incentivo a restare al lavoro. Ovviamente, si potrà effettuare lo spostamento soltanto dopo il via libera dell'Inps. Concludendo, l'incentivo in oggetto è sicuramente meritevole di attenzione, non soltanto sul piano strettamente individuale, ma – anche e soprattutto – sul piano della tenuta dei conti pubblici, perché – come accennato – mira a ridurre l'impatto delle uscite anticipate sul bilancio previdenziale pubblico.
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