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Pensione anticipata, puoi andare a 64 anni, ma con un taglio temporaneo dell’assegno: come funziona il nuovo sistema

Pubblicato il: 05/05/2025

Il dibattito sulle pensioni in Italia prosegue senza sosta da oltre un decennio, ma la sensazione dominante è quella di una costante paralisi. Di anno in anno si rincorrono annunci, proposte e tavoli tecnici, ma al momento della Legge di Bilancio le aspettative si scontrano, quasi sempre, con l’assenza di soluzioni oppure con interventi troppo timidi. Nonostante le numerose idee avanzate – come il pensionamento flessibile a 62 o 64 anni, la Quota 41 estesa a tutti, o i percorsi agevolati per categorie specifiche – la realtà resta immutata.
Tra tutte le soluzioni ipotizzate nel tempo, una in particolare è tornata sotto i riflettori: il meccanismo della pensione suddivisa in due componenti, con un taglio temporaneo sull’assegno. Una proposta già elaborata dall’INPS, sotto la guida dell’ex presidente Pasquale Tridico, che potrebbe rappresentare un punto di equilibrio tra sostenibilità economica e flessibilità per i lavoratori.

Riforma pensioni 2026-2027: sostenibilità finanziaria e flessibilità in uscita
Qualsiasi modifica strutturale al sistema pensionistico italiano si scontra con una questione cruciale: l’equilibrio dei conti pubblici. Ogni ipotesi che implichi un aumento significativo della spesa previdenziale rischia di essere scartata in partenza. Da qui, la tendenza a introdurre formule flessibili che permettano l’uscita anticipata, ma solo a costo di una riduzione dell’importo mensile percepito.
Negli anni, si è passati da richieste generalizzate di pensionamento anticipato senza penalizzazioni, a proposte – più realistiche – che prevedono il calcolo interamente contributivo o riduzioni proporzionali per ogni anno di anticipo. Si è persino parlato di un modello incentivante, con penalità per chi lascia il lavoro prima e premi per chi rimane più a lungo.
L’obiettivo è chiaro: garantire una maggiore libertà nella scelta del momento del pensionamento, senza compromettere la tenuta del sistema.

Anticipo pensionistico con penalità a tempo: come funzionerebbe la doppia quota
Un modello in particolare potrebbe trovare spazio nelle prossime riforme: la liquidazione parziale dell’assegno pensionistico, limitata alla sola componente contributiva, per chi sceglie di ritirarsi a 64 anni. In questa configurazione, il lavoratore riceverebbe temporaneamente solo la parte maturata con il sistema contributivo, rinviando la corresponsione della quota retributiva al raggiungimento dell’età ordinaria di pensionamento (67 anni).
Questa soluzione, che introduce una penalizzazione temporanea e non definitiva, risponde a due esigenze fondamentali: da un lato, permette l’accesso anticipato alla pensione; dall’altro, non determina un aggravio permanente sul bilancio statale.
Estendere questa possibilità anche a chi ha versato contributi prima del 1996 – attualmente escluso dalla pensione anticipata contributiva – rappresenterebbe un cambiamento sostanziale. La proposta, in linea con quanto suggerito dall’INPS in passato, mira a modulare il diritto alla pensione in base al principio di equità e sostenibilità.
La prospettiva di una penalizzazione temporanea, che si esaurisce al compimento dell’età pensionabile ordinaria, potrebbe essere una via percorribile già dal 2026 o 2027. Una misura che tiene conto delle reali condizioni del mercato del lavoro, delle aspettative dei lavoratori e dei vincoli di bilancio.


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